ASPMI è su Repubblica: una delle più importanti testate nazionali si è confrontata con Francesco Gentile, uno dei due soci fondatori di ASPMI, per quanto riguarda la questione del rinnovo di contratto del pubblico impiego.
Nell’articolo, a firma della giornalista Rosaria Amato, viene fatto il punto della situazione sulla questione contrattuale, ponendo l’attenzione su quale dovrebbe essere l’aumento una volta a regime: nella relazione tecnica della Legge di Bilancio 2024 – con la quale ricordiamo vengono stanziati 3 miliardi di euro per il prossimo anno e 5 miliardi di euro per il successivo – si legge infatti che l’incremento medio sarà del 5,78% della retribuzione tabellare, per quello che secondo il Ministro della Pubblica Amministrazione – Paolo Zangrillo – si tradurrà in un aumento medio e lordo di 170 euro mensili.
ASPMI, no a giochi al ribasso o rinvii
Come ASPMI abbiamo già ribadito, e lo faremo anche nell’incontro con il Ministro Guido Crosetto in programma il 16 novembre, che non accetteremo né rinvii (ricordiamo che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha assicurato priorità assoluta al comparto Difesa e Sicurezza) né tantomeno giochi al ribasso: le risorse stanziate sono appena sufficienti per assicurare al personale un aumento adeguato all’incremento del costo della vita, ecco perché sarà importante concentrarsi su interventi mirati e volti ad assicurare un giusto compenso specialmente al personale dell’Esercito Italiano che finalmente potrà contare su una rappresentanza di tipo sindacale per questo rinnovo.
Tutela sindacale anche per la dirigenza
La stessa di cui godrà il personale dirigente, per il quale le condizioni contrattuali sono persino antecedenti all’ultimo rinnovo del 2019. Qui il ritardo è dovuto perlopiù a una questione tecnico-burocratica, come sottolineato da Francesco Gentile nell’intervento pubblicato su Repubblica (che potete leggere qui).
Il comparto dirigenti, infatti, fino al 2017 non ha avuto neppure un tavolo contrattuale in quanto l’amministrazione si limitava a recepire con un decreto le condizioni stabilite dai rinnovi per il personale non dirigente. Nel 2017 c’è stato un primo passo avanti grazie all’approvazione di una riforma che ha aperto ai sindacati per la dirigenza. Il problema è che le norme relative al comparto Sicurezza – troppo spesso trascurato dalla politica – sono arrivate solamente nel 2022 impedendo quindi ai dirigenti di Forza Armata di poter contare su una tutela sindacale per il rinnovo 2019-2021.
Ecco perché il rinnovo 2022-2024 è un appuntamento doppiamente importante, in quanto anche per i dirigenti la trattativa verrà condotta dai sindacati maggiormente rappresentativi.
ASPMI è una realtà, prima il Ministro della Difesa adesso Repubblica
Il fatto che nel pezzo di Repubblica si sia tenuto conto del pensiero di ASPMI (e non è la prima volta) è molto importante in quanto conferma che questo sindacato – che da qualche mese si è dotato di un proprio ufficio stampa – sta acquisendo sempre più credibilità non solo tra i colleghi ma anche all’esterno.
Il nostro lavoro ci sta portando a ottenere importanti risultati: non ultimo il fatto di essere ascoltati, prima ancora del passaggio ufficiale da Rappresentanza a Sindacato, dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, con il quale si parlerà proprio del prossimo rinnovo contrattuale.
Ci stiamo consolidando con forza come la più importante realtà sindacale dell’Esercito Italiano e non abbiamo intenzione di fermarci: il rinnovo di contratto è il prossimo e importante obiettivo, per quello che dovrà rappresentare un primo e fondamentale traguardo per il benessere economico del personale.