Molti colleghi in queste ore ci stanno chiedendo delucidazioni sul Fesi, in particolare rispetto a quando arriverà la seconda tranche che negli ultimi anni è stata messa in pagamento a dicembre.
Purtroppo quest’anno non andrà così: a oggi, infatti, il Governo Meloni non ha ancora espletato tutti i passaggi necessari per l’accredito dell’emolumento. Nel dettaglio, a mancare è l’apposito DPCM con il quale la Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrà distribuire tra le varie Forze Armate e di Polizia i 16 milioni di euro circa assegnati dalla Legge di Bilancio 2022.
Un DPCM che difficilmente verrà pubblicato a breve, certamente non in tempo per permettere a Noipa di procedere con il pagamento nel mese di dicembre, quando il personale potrà comunque consolarsi con il pagamento dell’una tantum riconosciuto dall’articolo 3 del Decreto n. 145 del 18 ottobre scorso, con il quale ai dipendenti assunti a tempo indeterminato nel pubblico impiego, Forze Armate comprese, viene riconosciuto un aumento di 6,7 volte dell’indennità di vacanza contrattuale, pari allo 0,5% della retribuzione tabellare lorda, che sale così al 3,35% (qui tutti gli importi in arrivo).
Preso atto di questo ritardo sul fronte del Fesi – che va detto garantirà comunque un aumento limitato per il personale poiché ci aggiriamo intorno ai 50, massimo 60 euro lordi – ASPMI si sta muovendo per capire quali sono le ragioni di questo ritardo, apparentemente inesistenti. Sembra quasi infatti che le problematiche riferite al comparto Difesa non siano sempre di primario interesse per il Presidente del Consiglio, come tra l’altro dimostra la mancanza dell’apposito decreto con cui invece dovrà essere ufficializzata la misura dell’incremento dirigenziale Istat.
La nostra attenzione è massima, così come la pressione che stiamo facendo sugli organi chiamati a operare: ci attendiamo dal Governo lo stesso tipo di interesse, auspicando che la situazione di impasse venga sbloccata al più presto per garantire al personale in divisa – nell’attesa che il rinnovo di contratto possa garantire quella valorizzazione economica tanto auspicata e per la quale siamo pronti a battagliare nelle sedi opportune – quanto gli spetta di diritto.