Tra i tanti temi di discussione su cui noi di ASPMI porremo l’attenzione in fase di contrattazione, c’è anche quello relativo alla problematiche che ancora oggi caratterizzano il lavoro del personale turnista.
D’altronde, come già abbiamo avuto modo di sottolineare, il trattamento economico riconosciuto al personale dell’Esercito Italiano è peggiore sotto tanti aspetti rispetto a quello previsto in favore delle altre Forze Armate e di Polizia. E proprio il personale turnista ne è un esempio: a questi, infatti, manca un’indennità di notturna da riconoscere in favore di coloro che lavorano nella fascia oraria 22:00-06:00.
Indennità notturna mancante, solo uno dei tanti problemi
Un’indennità che invece spetta nei confronti di coloro che sono impiegati nei corpi delle altre Forze di Polizia, dimostrazione che oggi in Italia c’è un comparto, che tra l’altro è il più numeroso, che viene penalizzato rispetto ad altri. E ciò che è paradossale è che stiamo parlando dell’unica Forza Armata ormai chiamata a svolgere una funzione fondamentale tanto per la difesa del territorio quanto per la sicurezza delle città.
Prima di pensare a interventi in favore di altre Forze dell’Ordine, bisognerebbe quindi concentrarsi su chi oggi ha meno: ecco perché come ASPMI stiamo facendo il possibile per informare il Governo, semmai non ne fosse a coscienza, di tutti quelli che sono gli squilibri che penalizzano la nostra Forza Armata. Così che nelle prossime conferenze stampa il Presidente del Consiglio possa spendere qualche parola di conforto anche nei nostri confronti.
Obbligo del buono pasto in determinate circostanze
Ma soprattutto sono i fatti a interessarci. Come ad esempio ci aspettiamo, sempre nei confronti del personale turnista, una maggiore tutela lato vettovagliamento, riconoscendo l’obbligatorietà del buono pasto (i cui importi dovranno necessariamente essere rivisti e adeguati al costo della vita) quando non è possibile garantire la mensa aperta, ossia di sera come pure nel fine settimana (sabati e domeniche) e festivi.
Più chiarezza della busta paga
Altro aspetto su cui bisognerà lavorare, e su questo confidiamo che lo Stato Maggiore dell’Esercito possa al più presto intervenire per un cambio di rotta, riguarda il cedolino paga: spesso, infatti, in busta paga non viene indicato esplicitamente il periodo per cui quel determinato compenso è stato erogato, il che rende molto complicato per il militare farsi un’idea di come è arrivato a un tale importo come pure se ci sono delle somme “sospese” di cui potrà godere in un successivo momento.
C’è tanto lavoro da fare ma con il confronto e la condivisione nulla ci è precluso: sta per iniziare una nuova stagione per la rappresentanza sindacale per il personale dell’Esercito Italiano, come ASPMI ci prepariamo a viverla con entusiasmo portando avanti fin da subito quelle battaglie che sono alla base del nostro programma.