Ci risiamo: anno nuovo soliti problemi per l’Esercito Italiano chiamato a intervenire in prima linea per garantire la sicurezza delle città italiane, compito che è bene sottolineare sarebbe perlopiù proprio alle Forze di Polizia.
A puntare su un maggiore intervento dell’Esercito nelle città è il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che in un’intervista rilasciata al Messaggero ha spiegato in che modo l’Italia intende reagire all’innalzamento del livello di allerta per il terrorismo e alla richiesta di una maggiore sicurezza nelle città, partendo dalla tutela delle stazioni.
Militari italiani nelle stazioni, bene ma servono risorse adeguate
A tal proposito, Piantedosi ha sottolineato l’importanza della recente operazione fatta dal governo Meloni che ha rafforzato la presenza dei militari nelle stazioni finanziando un’aliquota di personale dedicato di ulteriori 800 unità. Militari che saranno perlopiù impiegati nelle stazioni di Roma e Milano, ma le operazioni straordinarie di controllo del territorio potrebbero essere anche estese alle aree limitrofe.
Come ASPMI non possiamo che accogliere con apprezzamento il fatto che le Forze politiche riconoscano la professionalità dei militari a tal punto da richiederne l’impiego anche per presidiare luoghi di maggiore aggregazione di persone al fine di rafforzare la percezione di sicurezza, ma ci preme ricordare al Ministro Piantedosi e a tutto il Governo Meloni che – come più volte questa Associazione ha fatto presente – l’Esercito Italiano oggi non si trova nella condizione per poter assolvere al meglio questo compito.
I problemi dell’Operazione Strade Sicure
I problemi che riguardano questa Forza Armata e in particolare l’Operazione Strade Sicure sono stati elencati da tempo ma nonostante le pressioni fatte dalle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militare, ASPMI in particolar modo, non sono ancora arrivate le risposte che aspettavamo.
Intanto lato risorse: quando Piantedosi parla di “finanziamenti” dovrebbe specificare che le risorse immesse sono appena sufficienti per riconoscere l’indennità omnicomprensiva per i militari che si sono aggiunti. Non ci sono adeguati fondi per gli straordinari, né tantomeno per gli ammodernamenti di armamenti e uniformi.
Non accetteremo un’altra estate in cui i nostri militari presidiano i luoghi di interesse con vestiario adatto perlopiù all’inverno, mentre i colleghi delle Forze di Polizia possono invece vantare polo e abbigliamento adeguato alla stagione. Il tutto mentre ancora oggi i mezzi vengono allagati dalla pioggia che filtra delle tettoie.
Il personale è già poco, serve liberare risorse per la difesa dei confini
È questa l’immagine dell’Esercito che vogliamo dare? Una Forza Armata nata per la difesa del Paese ma che a causa del crescente impiego per la sicurezza nelle città rischia di non avere sufficiente personale a disposizione per le importanti sfide che lo scenario geopolitico ci mette davanti.
D’altronde, come il Governo saprà visto che il calcolo proviene dai propri uffici tecnici, oggi il crescente impiego di militari nell’Operazione Strade Sicure ci obbliga a fare una riflessione sulle ore di straordinario.
Al termine di 6 mesi di Operazione, infatti, il personale accumula in media 105 ore di eccedenza all’orario di lavoro, oltre a 40 giorni di recupero festività. Si tratta di 55 giorni di assenza dal servizio, a cui si aggiunge il tempo necessario per svolgere le attività propedeutiche al funzionamento dell’Operazione.
Per 55 giorni, quindi, si tolgono all’Esercito quelle forze fresche essenziali per svolgere la missione prioritaria per la quale abbiamo giurato: la difesa dello Stato. Un problema a cui si potrebbe ovviare innalzando ulteriormente il monte delle ore di straordinario indennizzabili, portate a 55 ore dalla legge di Bilancio 2024 mentre secondo ASPMI sarebbe opportuno arrivare ad almeno 70 con l’aggiunta della possibilità di pagamento della metà dei giorni di recupero per le festività.
E ancora, sarebbe opportuno destinare il personale vicino alle sedi stanziali, anche per sopperire alla mancanza di alloggi adeguati (molte delle attuali strutture sono fatiscenti) nonché per evitare lunghi viaggi che non fanno altro che oberare ulteriormente il militare e intaccare la serenità del nucleo familiare.
Il 2024 è l’anno delle APCSM
A tal proposito, ci aspettiamo dal Governo Meloni un gesto chiaro che ci dimostri la volontà di investire sulla sicurezza delle città senza allo stesso tempo compromettere la funzionalità dell’Esercito e il benessere del personale.
È importante capire che in questi ultimi anni è stato chiesto tanto e dato poco: nel 2024, anno che segna il passaggio a una nuova forma di rappresentanza, come Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari ci assicureremo che all’Esercito, e a tutto il personale, siano destinati gli investimenti adeguati.