Nella giornata di oggi, martedì 7 maggio, ASPMI è stata presente all’incontro programmato dallo Stato Maggiore dell’Esercito per la presentazione delle Associazioni sindacali a carattere sindacale tra militari.
Dopo una breve fase conoscitiva, i soli sindacati che hanno raggiunto la soglia di rappresentatività si sono confrontati con i vertici della Difesa per discutere della linea da seguire durante i tavoli tecnici per la contrattazione, il cui primo incontro è in programma nella giornata di domani.
L’intervento di ASPMI
Per ASPMI erano presenti i soci fondatori Leonardo Mangiulli e Francesco Gentile, il quale ha sottolineato la necessità di rivedere la suddivisione delle risorse nel comparto Difesa, affinché sia equa tra le Forze Armate, anziché basata sul “reddito medio” che penalizza l’Esercito. Ha evidenziato che una suddivisione più equa dovrebbe tener conto anche del numero di personale impiegato, avendo così un impatto su tutte le risorse assegnate ai comparti Difesa e Sicurezza e riequilibrando l’attuale sperequazione ai danni dell’Esercito Italiano.
Una possibilità che è bene sottolineare era già stata autorizzata dai tecnici del Ministero della Funzione Pubblica a margine dell’ultima contrattazione (triennio 2021-2024), tanto da essere stata inserita nell’addendum dell’accordo.
Un argomento fondamentale per il buon esito della contrattazione, in quanto è legato ad altri aspetti sui quali ASPMI non è disposta a passare sopra. Uno su tutto la forfettizzazione dell’orario di lavoro, in quanto – come da noi sottolineato davanti ai vertici dello Stato Maggiore dell’Esercito – è inaccettabile il pagamento irrisorio per ora lavorata. Per l’occasione abbiamo quindi proposto una norma economica “ad hoc” per stabilire indennità adeguate.
Così come dalle risorse a disposizione dipenderà la possibilità che con il contratto possa essere discussa la rimodulazione degli straordinari, con l’obiettivo di equiordinare i compensi accessori tra Forze Armate e Forze di Polizia. Si è proposto di dare maggior valore economico allo straordinario e di ridistribuirlo in modo più equo, con l’idea di massimizzare il costo dell’ora straordinaria. Secondo ASPMI, ciò potrebbe arrecare vantaggio ai militari anche in termini contributivi per le pensioni.
La risposta del Capo di SME
Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il Generale di Corpo D’Armata Carmine Masiello, si è dimostrato molto attento al discorso di ASPMI, manifestando approvazione per quelle che sono le richieste che intendiamo portare al tavolo della contrattazione. A tal proposito, è molto importante sottolineare un punto del suo intervento: come spiegato dal Capo di SME, per arrivare al risultato sarà fondamentale lavorare in sinergia arrivando a una piattaforma condivisa. Riguardo a ciò il Generale Masiello, oltre a mettere a nostra disposizione gli uffici tecnici dello Stato Maggiore dell’Esercito per elaborare la piattaforma comune, ha anche confermato che in fase di contrattazione darà forza alle nostre istanze.
Ha poi rimarcato i punti centrali della sua intervista al Corriere della Sera rilasciata alla vigilia del 163° anniversario della nascita dell’Esercito Italiano (che potete approfondire cliccando qui): uomini e donne sono centrali nel nostro sistema, per questo è importante investire sul fattore umano.
Poi un monito alle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari: non bisogna lavorare in forma contrapposta e soprattutto è fondamentale compiere l’opera sindacale senza uscire dai confini dettati dalle norme. Un avviso che noi di ASPMI abbiamo accolto in maniera favorevole, come tra l’altro dimostra la nostra azione di questi primi mesi di attività. Confidiamo che anche le altre APCSM, specialmente alla luce di alcune vicende recenti, possano allinearsi con questa indicazione.
Ricapitolando, quello di oggi è stato un incontro fondamentale, utile per porre le basi per arrivare agli obiettivi prefissati, così che il personale militare riceva il trattamento economico che si merita. Siamo pronti a lavorare insieme per il bene di tutti, così da avere quella forza contrattuale necessaria per far valere le nostre istanze.