Graduati psicologi esclusi dai concorsi dell’Esercito, ASPMI interviene duramente e chiede un intervento rapido

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Nelle ultime ore ASPMI ha inviato una lettera allo Stato Maggiore dell’Esercito, sottolineando ancora una volta l’impegno costante del sindacato nel tutelare i diritti e valorizzare le competenze dei militari dell’Esercito Italiano.

La lettera fa riferimento alla recente graduatoria di merito emessa in data 25 marzo dal Ministero della Difesa, per il reclutamento di 5 Ufficiali Psicologi destinati al Corpo Sanitario dell’Esercito. 

Nella lettera abbiamo evidenziato una critica importante sulla quale ci aspettiamo un intervento risolutivo che sia tempestivo: il bando non ha permesso la partecipazione dei Graduati per via del limite di età fissato a 35 anni, pari a quello del personale civile esterno. Questo in netto contrasto con i Carabinieri, che nello stesso anno hanno elevato il requisito di età a 40 anni per il personale interno.

Le competenze che cerchiamo sono già nell’Esercito

A tal proposito abbiamo ricordato di come il Ministero della Difesa, nel 2023, abbia anche bandito un concorso per 267 unità di personale non dirigenziale, tra cui 5 funzionari nel settore sanitario

Questo dimostra chiaramente la necessità di voler incrementare il personale con competenze psicologiche all’interno delle Forze Armate. Eppure, esistono già Graduati nell’Esercito qualificati e competenti in ambito psicologico dei quali poterci avvalere, se non fosse appunto che sono stati esclusi dal bando a causa del limite di età.

Il personale in questione ha dimostrato un impegno costante e un’alta motivazione, completando percorsi di studio complessi a proprie spese. Inoltre, essendo iscritti agli albi professionali, sono vincolati per legge all’obbligo di formazione continua, dimostrando un impegno incessante nel lifelong learning.

Ricordiamo, infatti, che per diventare psicologo in Italia bisogna aver completato i seguenti passaggi:

  • Laurea triennale in scienze e tecniche psicologiche;
  • Laurea magistrale in psicologia;
  • Tirocinio abilitante di un anno (1.000 ore);
  • Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione;
  • Iscrizione all’Albo degli Psicologi;
  • Formazione continua obbligatoria attraverso ECM;
  • Eventuale specializzazione quadriennale in Psicoterapia.

Questo personale, probabilmente, ha anche usufruito dei benefici del diritto allo studio e degli incentivi economici per l’elevazione culturale, come stabilito dall’art. 1474 del COM

Tuttavia, nonostante queste norme volte a promuovere l’elevazione culturale e la preparazione professionale, tali professionalità rimangono inutilizzate all’interno della Forza Armata.

La nostra richiesta

ASPMI ha dunque sottolineato l’importanza di valorizzare il personale militare che ha investito tempo, risorse e impegno in un percorso di studi arduo. 

Pertanto, abbiamo chiesto che lo Stato Maggiore dell’Esercito consideri le professionalità già presenti all’interno della Forza Armata per futuri reclutamenti finalizzati all’implementazione della Sanità Militare. Ciò non solo gratificherebbe i militari, ma garantirebbe anche la presenza di personale altamente motivato e qualificato per ricoprire incarichi di grande rilevanza.

La determinazione di ASPMI a tutelare i diritti e valorizzare le competenze del personale militare è evidente. La lettera inviata allo Stato Maggiore dell’Esercito rappresenta un chiaro esempio di come l’attività sindacale non si fermi mai, impegnandosi in azioni concrete per il bene dei suoi membri e dell’intera struttura militare.