Come ASPMI ci battiamo da tempo affinché il personale militare in servizio nelle Forze Armate ottenga il riconoscimento dei diritti e delle tutele che gli spettano, come ad esempio per l’accesso gratuito ai mezzi pubblici. Questa battaglia è fondamentale per il miglioramento delle condizioni di vita dei nostri militari, così come per il potenziamento della pubblica sicurezza.
A tal proposito, abbiamo inviato una lettera direttamente al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, per richiedere un intervento in questa direzione.
Il nostro appello si fonda su una realtà già consolidata in altre regioni italiane come Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana e Friuli Venezia Giulia, dove il personale militare può già circolare gratuitamente sui mezzi pubblici. In queste Regioni la presenza di militari in divisa ha contribuito significativamente a ridurre episodi di criminalità, garantendo un maggiore senso di sicurezza tanto al personale ferroviario quanto ai passeggeri. La loro presenza dissuade infatti aggressioni e comportamenti antisociali, come confermato dai feedback positivi della popolazione locale.
Il Veneto, purtroppo, non è ancora allineato a questo modello virtuoso.
Va ricordato che la Legge Regionale n. 25 del 30 ottobre 1998 riconosce la libera circolazione sui mezzi pubblici per le Forze dell’Ordine, escludendo però, senza alcuna ragione logica, i militari dell’Esercito Italiano. Specialmente negli ultimi anni, con il consolidamento dell’Operazione Strade Sicure, anche i nostri militari, al pari delle Forze di Polizia, sono costantemente impegnati in prima linea per contrastare la microcriminalità e per la protezione di siti sensibili.
Questa disparità di trattamento non è giustificabile, considerando l’importante contributo che i nostri militari forniscono quotidianamente per la sicurezza del territorio.
Eppure, nonostante i nostri continui sforzi per estendere questo beneficio anche ai militari in servizio, ci siamo scontrati con una situazione di stallo. Tuttavia, siamo convinti che la collaborazione con le istituzioni regionali possa finalmente portare a una soluzione.
Per questo motivo, abbiamo richiesto un incontro con il Presidente Zaia, confidando nella sua comprensione e nella sua capacità di cogliere l’importanza di questa iniziativa, sia per i militari sia per la collettività.
Continueremo a fare tutto il possibile affinché i diritti dei nostri iscritti vengano riconosciuti e tutelati. La nostra lotta non si fermerà fino a quando il Veneto non adotterà misure simili a quelle delle altre regioni, garantendo ai nostri militari un trattamento equo e rispettoso del loro impegno quotidiano per la sicurezza di tutti.
Siamo comunque fiduciosi: confidiamo che la Regione Veneto saprà rispondere positivamente a questa richiesta, riconoscendo il ruolo fondamentale dei militari nella difesa e nella protezione della nostra società.