Nuove risorse sul rinnovo di contratto, una prima vittoria di ASPMI (ma non basta)

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Le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni, durante l’assemblea di Confindustria, potrebbero segnare una svolta importante per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con particolare riguardo al comparto Difesa e Sicurezza

L’annuncio del Presidente del Consiglio, volto a “accelerare nel 2024” le trattative, ha suscitato notevole attenzione e apre nuove prospettive per chi, come noi di ASPMI, ha sempre posto al centro delle proprie richieste il riconoscimento della “specificità” dei compiti svolti dai militari, con relativa valorizzazione economica. Questo rappresenta un segnale positivo, ma resta molto da chiarire per garantire un esito soddisfacente e tempestivo.

Più risorse per il rinnovo, una prima vittoria per ASPMI

Per mesi, ASPMI si è battuta con determinazione affinché il Governo riconoscesse la necessità di stanziare risorse aggiuntive per il personale militare, con particolare riferimento al salario accessorio. Oggi, grazie al lavoro costante e alla nostra opposizione ragionata, arrivano finalmente aperture concrete: la possibilità che nella Legge di Bilancio 2025 vengano destinate nuove risorse è un primo passo verso il riconoscimento del nostro impegno

Tuttavia, siamo ancora lontani dal risolvere le questioni centrali che affliggono i nostri militari, come la valorizzazione della specificità e l’aspetto previdenziale, che merita ulteriore attenzione.

Non c’è specificità se i soldi vengono divisi per tutti allo stesso modo

Il punto chiave che ci preme sottolineare è l’importanza di valorizzare concretamente la “specificità” del lavoro dei militari. Se i 250 milioni di euro aggiuntivi che il Governo intende stanziare attraverso il salario accessorio saranno effettivamente estesi a tutto il pubblico impiego, compreso il personale militare, ci chiediamo in che modo verrà differenziato il trattamento economico per i nostri operatori, il cui servizio richiede competenze e rischi ben al di sopra della media degli altri settori del pubblico impiego. Siamo fermamente convinti che la specificità non debba essere una voce generica, ma una realtà tangibile e adeguatamente riconosciuta.

Le risorse stanziate saranno disponibili già nel 2024? Il Governo chiarisca

Rimane aperta la questione delle tempistiche. Il Presidente Meloni ha sottolineato la volontà di non allungare ulteriormente i tempi delle trattative, ma resta da capire se i fondi previsti per il 2025 potranno essere già inclusi nelle trattative del 2024. 

Per noi di ASPMI, è fondamentale che non si attenda un altro anno per vedere finalmente i risultati. Se è vero che le trattative potrebbero concludersi a breve, come indicato, auspichiamo che il personale militare possa beneficiare di queste risorse già dal 2024. Ogni ulteriore ritardo rischierebbe di vanificare l’impegno e le aspettative di chi ogni giorno è in prima linea per la difesa del Paese.

Previdenza dedicata, il rinnovo è il momento giusto 

Un altro tema su cui ASPMI non intende abbassare la guardia è quello delle pensioni. I militari lasciano il servizio attivo a 60 anni, un’età che non consente loro di costruire una previdenza integrativa adeguata. 

Con il sistema contributivo attuale, le pensioni rischiano di essere decisamente più basse rispetto a quelle di altri settori, per via dell’assenza di anni contributivi aggiuntivi che sono invece previsti per chi lavora fino a 67 anni. Le richieste di ASPMI in questo ambito sono chiare: da un lato, è necessario rafforzare la previdenza “dedicata” aggiungendo ulteriori risorse ai 90 milioni già stanziati dal Governo, dall’altro chiediamo che i coefficienti di trasformazione utilizzati per calcolare le pensioni del personale militare siano ulteriormente migliorati rispetto a quanto già fatto con la Legge di Bilancio scorsa, così da prevedere un criterio più vantaggioso per la trasformazione del montante contributivo in pensione. 

I meriti di ASPMI, ma abbiamo bisogno di più tesserati per avere maggiore forza contrattuale

In questo contesto, va riconosciuto il merito di ASPMI nel portare avanti una battaglia che sta finalmente ottenendo riscontri concreti. Tuttavia, ci sentiamo in dovere di ricordare che la nostra forza dipende anche dal sostegno dei nostri iscritti. Oggi, nonostante i progressi, la maggior parte dei militari non sono ancora tesserati. 

Se fossimo di più la nostra voce sarebbe ancora più forte e potremmo ottenere ulteriori risorse per la difesa dei diritti e per il miglioramento delle condizioni economiche e lavorative della nostra forza armata. Il rinnovo del contratto è una questione cruciale per il futuro del personale militare, e con una partecipazione più ampia potremmo mirare a traguardi ancora più ambiziosi.