Aumenti rinnovo di contratto, le tabelle aggiornate

Presentiamo oggi i risultati (provvisori) della contrattazione in corso, evidenziando gli aumenti stipendiali netti e lordi definiti grazie alla nostra costante presenza al tavolo. 

È proprio grazie al duro lavoro dei sindacati che stanno prendendo parte alle trattative (qui il resoconto dell’ultimo incontro), che stiamo ottenendo risultati concreti per il personale militare: al momento per un Graduato, l’aumento netto sarà di poco inferiore a 100 euro, mentre per un Maresciallo si attesta intorno ai 108 euro. Questi incrementi rappresentano soldi reali che entreranno nelle tasche dei militari, un obiettivo raggiunto solo grazie al fatto di essere seduti a quel tavolo lavorando instancabilmente per migliorare le condizioni del personale.

La percentuale fissata dal Governo, pari al 5,89% della retribuzione, deve essere sfruttata al meglio per garantire gli aumenti più consistenti possibili per il personale. 

Tuttavia, precisiamo che i valori attualmente indicati si riferiscono alla parte fissa della retribuzione e che i lavori non sono ancora conclusi. Ci saranno ulteriori discussioni anche sulla parte accessoria e sulla specificità, con ulteriori variazioni al rialzo per offrire miglioramenti ancora più concreti.

Più risorse per la specificità

Riteniamo che sia fondamentale valorizzare in modo adeguato il personale dell’Esercito Italiano. Le risorse destinate alla specificità sono attualmente insufficienti per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ricordiamo infatti che come ASPMI abbiamo posto come pregiudiziale al rinnovo la cancellazione del compenso forfettario di guardia, il quale dovrà essere sostituito da un emolumento che rispecchi realmente il valore e il sacrificio dei nostri militari.

Per la Legge di Bilancio 2025 è stato preannunciato un incremento dello 0,22% della retribuzione complessiva, che equivale a circa 60 milioni di euro per il Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico. Questa cifra, però, non è sufficiente: parliamo di appena 3 euro lordi l’ora dal 2026, un aumento che non rispecchia assolutamente le necessità del personale.

La previdenza dedicata

Essere presenti al tavolo negoziale ci permette di porre al centro delle trattative anche l’aspetto previdenziale, una priorità che riguarda soprattutto i colleghi più giovani, che altrimenti rischiano di avere una pensione pari al 58% dell’ultimo stipendio percepito. Per questo motivo con il rinnovo non si potrà prescindere dallo stanziare le risorse necessarie per procedere in direzione della previdenza dedicata