Il 24 ottobre 2024 i sindacati militari hanno partecipato all’incontro in sede tecnica, confrontandosi su importanti temi tanto per la parte economica quanto per quella normativa del rinnovo di contratto per il triennio 2022-2024. ASPMI, rappresentata dal Segretario generale Francesco Gentile, ha colto l’occasione per segnalare i problemi del personale militare. “Non possiamo accettare un trattamento ingiusto e che non tiene conto della dignità del personale militare, che ogni giorno serve il Paese con sacrificio e dedizione”. Di seguito i passaggi fondamentali dell’incontro di cui trovate il video sul nostro canale Youtube.
100 euro netti a partire dal graduato
Al momento l’adeguamento stipendiale del personale non dirigente dovrebbe corrispondere a poco meno di 100 euro netti a partire dal graduato, una cifra molto vicina alle nostre richieste. Il nostro continuo lavoro e la partecipazione alla contrattazione si stanno rivelando fondamentali per ottenere le soluzioni migliori possibili con le limitate risorse a disposizione.
Anche se si tratta di tabelle provvisorie, per la parte fissa possiamo comunque ritenerci parzialmente soddisfatti, tenendo conto del fatto che il Governo ha già fatto sapere che i nuovi stanziamenti di risorse arrivati in Legge di Bilancio 2025 riguardano solo la prossima contrattazione. Si tratta di un incremento effettivo, di cui il personale potrà beneficiare per far fronte alle proprie esigenze. Per la nostra Associazione assicurare ai militari soldi reali in tempistiche più rapide possibile è molto più importante rispetto a illudere con aumenti irrealistici.
Questo non significa accontentarsi, stiamo lavorando duramente per ottenere un trattamento più consono ai veri bisogni del personale e che soprattutto non ne leda la dignità. Riteniamo quindi che ci sia ancora molto da fare soprattutto sulla parte accessoria e sulla specificità, su cui pretendiamo interventi all’insegna dell’equità e rispettosi dei sacrifici sopportati dai militari.
Le disparità di trattamento sullo straordinario
Lo stanziamento di 100 milioni di euro arrivato con la Legge di Bilancio 2025 per il pagamento delle ore di straordinario alle Forze di Polizia è un duro colpo per le Forze Armate, inspiegabilmente escluse dal provvedimento. Come ricordato da Francesco Gentile, non pagare il lavoro straordinario al personale militare è un danno doppio, in quanto intacca sia lo stipendio che la previdenza, in virtù del regime contributivo.
Sull’argomento la nostra Associazione ha da subito preso posizione, con tanto di comunicato stampa ripreso da agenzie e testate di settore, evidenziando l’inaccettabile disparità di trattamento. Non chiediamo certo di togliere risorse al personale delle Forze di Polizia e nemmeno ci opponiamo allo spacchettamento, ma non possiamo stare a guardare. I lavoratori devono essere pagati e riconosciuti, a partire dall’estensione del provvedimento anche alle Forze Armate.
Come ASPMI ci stiamo impegnando instancabilmente per andare all’origine del problema e constatare i dati sullo straordinario svolto dal comparto Difesa e Sicurezza divisi per Forze di Polizia e ogni Forza Armata. Prendendo in considerazione soltanto le ore pagate, infatti, c’è un evidente problema: 10 milioni di ore complessive delle tre Forze Armate e 26 milioni per le Forze di Polizia, in riferimento al 2021.
Quasi come se ben tre Forze Armate non prestassero mai lavoro straordinario, affermazione che sappiamo essere quanto più distaccata dalla realtà possibile. Ecco perché ribadiamo la necessità di un tavolo con le amministrazioni, fiduciosi che porterebbe al raggiungimento di un accordo che riconosca davvero il personale militare. Senza dubbio non firmeremo un contratto in cui il personale non viene pagato, perciò continueremo a lavorare per ottenere un intervento concreto che quantomeno sia decoroso e realistico.
Basta con la forfettizzazione dell’orario di lavoro
L’incontro del 24 ottobre è stato fondamentale anche per ribadire che parlare ancora di forfettizzazione dell’orario di lavoro è inaccettabile e svilente. Non possiamo dimenticare le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, stupita e indignata, trovando “inaccettabile che un poliziotto guadagni 6 euro”. Una posizione che condividiamo senza dubbio, ma non abbiamo potuto fare a meno di sottolineare che per l’Esercito la cifra è praticamente dimezzata.
Succedeva precisamente un anno fa, in vista della legge di Bilancio 2024, e vogliamo sperare che a distanza di mesi il Governo voglia dare prova di avere davvero a cuore il personale militare. Stiamo ancora aspettando l’incontro chiesto mesi addietro come parte della Rete sindacale militare, ma siamo fiduciosi che l’attenzione dimostrata verso i nostri militari possa venire concretizzata, cominciando dall’articolo 18 della nuova legge di Bilancio.
Ci sono ancora le condizioni per apportare delle modifiche, urgenti visto che il comparto della Difesa necessita di dimostrazioni tangibili, partendo proprio dall’eliminazione della forfetizzazione. Non smetteremo di lavorare affinché i militari siano valorizzati per gli enormi sacrifici svolti ogni giorno, spesso in contesti altamente a rischio, cercando un punto d’incontro adeguato alla dignità dei lavoratori.
Anche perché la situazione è critica, gli arruolamenti sono in progressivo calo e la percentuale di personale anziano continua ad aumentare. Non è sufficiente fare affidamento sulla dedizione e sullo spirito di abnegazione dei militari, che non devono farsi carico personalmente del mantenimento delle istituzioni. Questo è proprio ciò che accade con l’attuale Compenso forfettario di guardia e come ASPMI non transigiamo.