Settimana corta, ASPMI da sempre la pensa allo stesso modo. Siamo dalla parte dei lavoratori

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Accogliamo con piacere il recente riconoscimento, anche da parte di altre sigle sindacali della validità delle nostre posizioni riguardo alla settimana corta nel Comparto Difesa.

Durante le discussioni al tavolo della contrattazione, ci è parso di capire infatti che i rappresentanti di Libera Rappresentanza sembrano condividere il nostro punto di vista riguardo al fatto che la Direttiva n. 8002, che regola straordinari e compensi legati all’orario di servizio, già consente una settimana lavorativa ridotta, rendendo inutile ulteriori richieste in merito.

Con questa direttiva, come di recente confermato da una circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito, il personale militare può infatti lavorare un giorno in meno a settimana, grazie a una maggiore flessibilità dell’orario di servizio. 

Per noi dell’Esercito Italiano non c’è quindi alcuna necessità di proporre un’ulteriore “sperimentazione” della settimana corta, come prevista dal recente accordo per il rinnovo del Comparto Funzioni centrali, ma limitata ai soli uffici senza contatto con il pubblico. 

Noi possediamo già questa misura: per questo motivo il nostro obiettivo è che vengano date istruzioni chiare ai Comandi, per applicarla in modo uniforme ed evitare discrezionalità.

Una strada già percorribile: l’obiettivo di ASPMI

Con la Direttiva n. 8002, il Comandante ha il compito di adottare la miglior soluzione possibile per ogni reparto, garantendo efficienza e un ambiente di lavoro sostenibile. ASPMI si sta già muovendo affinché questa direttiva venga applicata in modo coerente, con procedure precise che evitino l’arbitrarietà dei singoli Comandi. Stiamo lavorando affinché il diritto alla settimana corta sia accessibile a tutto il personale, con regole uniformi e trasparenti.

Il tavolo contrattuale non è il luogo giusto per discutere di settimana corta

Dobbiamo tuttavia ribadire che spingere su altre proposte di settimana corta al tavolo contrattuale non è sensato e rischia di portare solo a ritardi rispetto all’attuazione della normativa. I termini del contratto regolano l’orario di lavoro giornaliero, non settimanale; una modifica del contratto in questa direzione non è fattibile. 

Quindi, per quanto – come ci è stato richiesto da altre sigle – siamo sempre aperti a confrontarci per migliorare le condizioni di lavoro, preferiamo soluzioni pratiche e realizzabili, come quelle già previste dalla direttiva in vigore.

Un invito a collaborare con chiarezza e coerenza

Siamo pertanto pronti a collaborare con le altre Associazioni per applicare in modo uniforme la flessibilità dell’orario di servizio prevista dalla Direttiva n. 8002 a tutto il personale, senza però promuovere misure non realizzabili. La nostra priorità è sempre il benessere del personale, e siamo certi che il tempo dimostrerà la validità della nostra posizione, come già sta avvenendo.