L’Agenzia delle Entrate interviene per chiarire la detassazione del TFS, ma come ASPMI nutriamo ancora molti dubbi a riguardo

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Con la risposta n. 225/2024, l’Agenzia delle Entrate ha fornito dei chiarimenti per quanto riguarda la questione della parziale detassazione del trattamento di fine servizio (TFS), previsto dall’articolo 24 del decreto-legge n. 4 del 2019

Questo provvedimento, che mira a ridurre l’aliquota d’imposta sul reddito delle persone fisiche in base ai tempi di attesa per l’erogazione del TFS, ha suscitato dei dubbi interpretativi sui quali l’Agenzia delle Entrate ha fornito pronta risposta, per quanto comunque come ASPMI non siamo molto convinti rispetto al fatto che l’intepretazione fornita sia quella corretta. 

Cosa ha detto l’Agenzia delle Entrate

L’interpello dell’Agenzia delle Entrate ha affrontato principalmente due questioni: l’applicabilità del limite di 50.000 euro per la detassazione in caso di pagamento a rate, e la possibilità che il regime di detassazione si estenda anche al trattamento di fine rapporto (TFR), oltre al TFS.

Per quanto riguarda il primo quesito, l’Agenzia ha confermato che il limite di 50.000 euro si applica al trattamento complessivo del TFS e non a ogni singola rata, come inizialmente interpretato dall’ente istante. Pertanto, l’aliquota agevolata si applica sull’imponibile del TFS fino al limite di 50.000 euro complessivi, indipendentemente dal numero di rate in cui il trattamento viene erogato. Questa interpretazione implica che, anche se il TFS viene suddiviso in più rate, il beneficio fiscale si applica sull’importo totale, e non su ciascuna rata singola.

In secondo luogo, l’Agenzia ha chiarito che il regime di detassazione si applica esclusivamente al TFS e non al TFR, sottolineando che la norma è stata concepita per il trattamento di fine servizio e non per il trattamento di fine rapporto. 

I dubbi di ASPMI

A interessarci è ovviamente il primo quesito posto dall’istante. ASPMI concorda con la risposta fornita dall’Agenzia delle Entrate perché, in realtà, è il quesito posto che non centra l’obiettivo. 

Nutriamo ancora dubbi sull’interpretazione fornita in quanto l’attuale modalità applicativa della detrazione da parte dell’INPS penalizza i molti dipendenti pubblici, militari compresi, che si trovano a ricevere il TFS su più rate, con la conseguente riduzione del beneficio fiscale. In particolare non si chiede di superare il limite imponibile di 50.000 euro su cui applicare la detrazione (come nel caso del quesito) bensì di applicarla con la percentuale più favorevole per il personale.

Riteniamo, dunque, che l’attuale sistema possa penalizzare coloro che hanno il TFS distribuito su più rate, una situazione che riguarda la generalità dei lavoratori dell’Esercito.

Per questo motivo, stiamo elaborando delle tabelle comparate per verificare l’effettiva incidenza di questa normativa sui nostri tesserati, nonché per tutto il personale dell’Esercito Italiano. Una volta ottenuti i risultati, saremo pronti a confrontarci con l’Amministrazione per individuare la soluzione più equa e a norma di legge, garantendo che tutti i militari siano trattati in modo adeguato e che il regime fiscale applicato non penalizzi ingiustamente alcuna categoria.