Lo Stato Maggiore dell’Esercito ha recentemente fornito un importante chiarimento sull’applicazione delle disposizioni relative al diritto di assemblea, sancito dall’articolo 1480-bis del Codice dell’Ordinamento Militare. Un intervento che accogliamo con soddisfazione, poiché pone fine a un’interpretazione errata che aveva portato alcuni Comandanti a rifiutare le richieste di partecipazione alle assemblee sindacali se inviate con meno di cinque giorni di preavviso.
Nessun preavviso per chi vuole partecipare all’assemblea sindacale
Il chiarimento ribadisce che il termine di cinque giorni si applica esclusivamente all’anticipo con cui le Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari devono inoltrare la richiesta di autorizzazione al Comandante per organizzare l’assemblea.
Non riguarda, invece, i singoli militari che desiderano parteciparvi. Questi ultimi, come previsto, non devono presentare alcun preavviso (ma devono comunque comunicare la loro partecipazione): il loro diritto è garantito, con il solo limite delle inderogabili esigenze di servizio, unica circostanza in cui il Comandante può opporsi.
Diritto al permesso sindacale
Ricordiamo inoltre che la partecipazione alle assemblee dà diritto al permesso orario sindacale, che non comporta alcuna decurtazione dal recupero compensativo. Questo diritto, ora rafforzato dal chiarimento dello Stato Maggiore, elimina ogni ambiguità e rimuove un ostacolo che, pur non avendo fondamento normativo, limitava di fatto l’adesione dei militari alle assemblee.
L’importanza di partecipare alle assemblee
Un passo avanti significativo, che speriamo contribuisca ad accrescere la partecipazione attiva alla vita sindacale, rispondendo anche ai ripetuti solleciti del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito a promuovere una “cultura del confronto”. Solo attraverso un dialogo costruttivo è possibile elaborare proposte utili e fornire indicazioni concrete per l’azione sindacale.
Siamo consapevoli che la strada verso una piena diffusione della cultura sindacale nell’Esercito Italiano è ancora lunga. Ma il nostro impegno è chiaro: tracciare questa strada e percorrerla insieme, per garantire che i diritti di tutti i militari siano pienamente rispettati e valorizzati.