ASPMI, come sempre attenta alle segnalazioni provenienti dal personale militare, ha preso immediato contatto con lo Stato Maggiore dell’Esercito per chiedere urgenti chiarimenti in merito all’applicazione disomogenea delle norme a cui stiamo assistendo in queste ore.
Nello specifico, abbiamo ricevuto numerose testimonianze da parte di Volontari in Ferma Prefissata Annuale (VFP1) che, una volta transitati alla Ferma Quadriennale con decorrenza amministrativa e giuridica fissata al 30 dicembre 2024 (come da decreto di immissione del 28 marzo 2025), si sono ritrovati di fronte a interpretazioni completamente diverse – e spesso persino in contrasto tra loro – delle disposizioni relative al ricalcolo delle ore di lavoro straordinario.
Secondo quanto ci è stato riferito, alcuni Enti della Forza Armata avrebbero comunicato al personale che non verrà effettuato alcun ricalcolo delle ore eccedenti prestate tra la data di promozione e la decorrenza attribuita. Altri, invece, stanno procedendo in maniera differente, riconoscendo le ore prestate in eccedenza:
- esclusivamente per le prestazioni di lavoro straordinario nel rapporto 1 a 3, come previsto dalla Direttiva di settore (Comando e Logistica);
- per lo svolgimento dei servizi di caserma ma non di quelli svolti in reparto, o viceversa;
- di tutte le attività svolte oltre il normale orario di servizio.
Questa diversità di interpretazione non solo mina l’uniformità di trattamento, ma rischia di compromettere il diritto alla giusta retribuzione di molti militari, compresi coloro impegnati in contesti operativi come l’Operazione Strade Sicure dove spesso si superano le 55 ore di straordinario mensile previste.
ASPMI ha pertanto ritenuto necessario – nonché urgente – inviare una comunicazione allo Stato Maggiore dell’Esercito, chiedendo l’emanazione di linee guida chiare e vincolanti per tutti i Comandi. L’obiettivo è quello di tutelare il principio di equità e garantire parità di trattamento a tutto il personale, senza distinzioni arbitrarie determinate da interpretazioni personali o da prassi consolidate.
Confidiamo in un intervento rapido, autorevole e risolutivo da parte dello Stato Maggiore, volto a ripristinare certezza del diritto e rispetto per il lavoro svolto da ogni singolo militare.