È stata appena discussa l’interrogazione Parlamentare dell’On.le Giuseppina Occhionero in materia di ritardi negli avanzamenti per il personale militare.
L’interrogazione era stata presentata nel mese di novembre dello scorso anno e sostenuta incessantemente da questa sigla sindacale. Lo scopo era quello di informare il Ministro della Difesa On.le Lorenzo Guerini circa i ritardi nella concessione dei gradi ai militari. Gradi che maturano negli anni, per cui, i suddetti ritardi negli avanzamenti di carriera, portano alla relativa perdita dei compensi economici accessori.
Il Ministro della Difesa ha risposto tramite il Sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli, affermando che per le tempistiche legate alle procedure di avanzamento non si intravedono particolari criticità. Addirittura il SSS afferma che il problema è proprio l’Esercito che – al fine di ottimizzare le procedure in argomento, in ragione del maggior numero di militari alle dipendenze – ha informatizzato la parte di procedimento di competenza, incrementando il personale destinato alle Commissioni di Avanzamento, allo scopo di allineare le proprie tempistiche con quelle delle altre Forze armate.
Inoltre, il SSS aggiunge che da una disamina dei dati è risultato che le articolazioni dell’area tecnico-operativa concludono i procedimenti, di cui all’atto in argomento, in tempi congrui, in relazione all’elevato numero di personale che ogni anno è iscritto nelle aliquote di avanzamento, nonché alla complessità della procedura che può essere a “scelta” o ad “anzianità”.
Questa sigla sindacale resta basita e sconcertata da tali affermazioni che considera poco veritiere e soprattutto “fumose”.
Forse lo spirito della problematica, evidenziata peraltro durante la concertazione 2019-2021 al Dipartimento della Funzione Pubblica, non era abbastanza chiaro.
Alcune categorie di personale (Marescialli e Volontari in Servizio Permanente) attendono circa 3 anni per avere riconosciuto un diritto giuridico, economico e morale legato al proprio avanzamento di carriera. Tale ritardo non è di certo dettato dalla volontà del personale, ma ad un sistema poco snello e soprattutto macchinoso. Basti pensare che se un militare matura il grado nel mese di aprile, questi deve attendere il 31 dicembre dell’anno per vedersi il fascicolo chiuso ed inviato alla procedura dell’avanzamento. Mesi persi di lavoro, legati ad una volontà chiara ed esplicita, ormai, di non voler mettere mano giuridicamente alla modifica normativa in campo di aliquote di avanzamento.
La problematica evidenziata non può e non trova risposta nelle parole dette dal SSS Pucciarelli e il personale militare resta attonito dinnanzi a certe affermazioni.
Quasi tre anni di attesa per ricevere quanto dovuto viene liquidato dall’On.le Pucciarelli con un semplicistico: “non si intravedono particolari criticità nel sistema di avanzamento dei ruoli Sottufficiali e Volontari in Servizio Permanente”.
Ci chiediamo come si possano fare certe affermazioni nei confronti di chi giornalmente pone la sua vita per la Patria e per il Paese senza soffermarsi a ragionare e a comprendere che il mancato compenso accessorio dovuto a questi ritardi incide sulla famiglia, sul singolo e sulla sua pensione.
Infine, puntare il dito sulla Forza armata Esercito, argomenti simili ragioni, è, a parere di questa sigla, del tutto non veritiero. È stato proprio l’Esercito per primo a voler mettere mano a questa problematica, spingendo per un sistema informatico che velocizzava le procedure. Scelta che è stata presa da esempio dalle altre Forze armate.
Le tempistiche legate alla nostra Forza armata sono in linea e questo lo ha affermato lo stesso Stato Maggiore evidenziando, nel contempo, dove era effettivamente il problema. Questo scarica barile non piace a questa sigla sindacale e non piace al personale militare.
Ci preme evidenziare, in ultimo, che ad apparire kafkiana a questa sigla è che si sta rivendicando una parità di trattamento tra tutti i ruoli delle Forze armate.
Gli sperequati di oggi sono gli stessi che le Forze Politiche al Governo hanno sempre asserito di voler tutelare in quanto parte “debole” del sistema Difesa.
Ci rivolgiamo al Ministro Guerini e gli chiediamo di approfondire ulteriormente la problematica e di capire, in prima persona, quali potrebbero essere le soluzioni soprattutto a livello legislativo, al fine di dare ai suoi militari i compensi economici e i riconoscimenti giuridici dovuti, entro l’anno di maturazione.