Questa Sigla Sindacale, in data 19 febbraio 2023, attraverso il secondo numero del settimanale di informazione “Il Sindacato” (Clicca Qui!), evidenziava la nuova misura introdotta, in materia di contrattazione collettiva nazionale del personale statale, nella Legge 29 dicembre 2022 n. 197 (c.d legge di bilancio), intenta a colmare gli effetti dell’inflazione nel 2023.
In particolare, l’art. 1 co. 330 della suddetta Legge, ha previsto, per il solo anno 2023, un emolumento accessorio da corrispondere per 13 mensilità anche al personale del Comparto Difesa e Sicurezza, calcolato nella misura del 1,5% dello stipendio tabellare in godimento, con effetti solo sul trattamento di quiescenza. Tale indennità va ad aggiungersi a quella di vacanza contrattuale già percepita sui rispettivi cedolini.
Già nel mese di febbraio, ASPMI evidenziava che, pur apprezzando lo sforzo fatto dall’attuale Esecutivo nel reperire le risorse idonee a soddisfare le aspettative del Personale del Comparto in materia di miglioramenti economici, non riteneva assolutamente sufficiente tale misura per compensare gli effetti dell’inflazione nel 2023 (valori intorno al 10%) se rapportato alla somma complessiva dell’emolumento accessorio una tantum e l’indennità di vacanza contrattuale in godimento. ASPMI, pertanto, si appellava al Governo affinché reperisse le risorse idonee a finanziarie un rinnovo contrattuale adeguato all’incremento del costo della vita attraverso i fondi finanziati per la prossima Concertazione.
Nel mese di aprile, attraverso un Comunicato Stampa (Leggi QUI!), ASPMI denunciava che, “a distanza di quattro mesi dall’approvazione della Legge, gli incrementi, seppur minimi, non sono stati ancora corrisposti al personale” sicuramente a causa della mancanza di un apposito DPCM utile a poter spacchettare le risorse ed elargirle ai militari.
Infine, ASPMI si è soffermata sulla mancanza nei riguardi di tutti i lavoratori del Pubblico impiego che, oltre a non avere gli stanziamenti legittimi atti ad abbassare il tasso d’inflazione prorompente, non beneficiano neanche di un piccolo aumento mensile che, in fase di approvazione Governativa, è stato sbandierato come primo segnale di attenzione per lenire il carovita, considerata la mancanza di fondi utili a finanziare gli scatti contrattuali.
Non può che farci assoluto piacere che, a seguito delle rivendicazioni di questa Sigla Sindacale, e non solo per questa spiacevole problematica, le altre Associazioni Sindacali del Comparto si siano “agitate” per una giusta e doverosa causa.
Ci appelliamo al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché velocizzi le procedure burocratiche connesse all’elargizione delle somme dovute e si faccia garante per tutto il Personale Militare al fine di stanziare le dovute risorse per il rinnovo contrattuale economico e normativo 2022-2024.