Passi avanti verso una legge sull’oblio oncologico: negli ultimi giorni si sono susseguiti diversi dibattiti parlamentari sul tema a conferma che Giorgia Meloni intende mantenere la promessa fatta arrivando “il prima possibile” alla definizione di una norma ad hoc.
A tal proposito ASPMI ci tiene a esprimere il proprio sostegno al governo italiano, sottolineando l’importanza di dotarsi il prima possibile di una legge sull’oblio oncologico che tuteli tutti i lavoratori – compresi quelli delle Forze Armate – che hanno avuto un tumore.
E nel farlo lancia un appello al ministero della Difesa e alle altre istituzioni interessate affinché per il personale militare possa esserci la stessa tutela che verrà riconosciuta in favore degli altri lavoratori.
Cos’è l’oblio oncologico?
Diversi paesi come Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Portogallo e Romania hanno leggi che proteggono i cittadini guariti dal cancro. Queste norme stabiliscono che le persone che hanno lottato contro il cancro non debbano affrontare “limitazioni” che le costringono a combattere una nuova battaglia, quella contro la burocrazia e una forma velata di discriminazione.
In Italia, anche dopo aver terminato le cure e sconfitto completamente la malattia continuano i problemi: essere stati pazienti oncologici, infatti, rappresenta ancora un ostacolo per ottenere prestiti, mutui, adottare un bambino, stipulare contratti o assicurazioni. Queste limitazioni non sono giuste, secondo l’ASPMI, in un paese democratico come l’Italia.
Da qui il diritto all’oblio oncologico, inteso come quel concetto che riconosce una protezione legale dei cittadini guariti dal cancro, impedendone la discriminazione in ogni contesto.
L’obiettivo principale dell’oblio oncologico, infatti, è garantire che i sopravvissuti al cancro non siano penalizzati o limitati nelle loro attività quotidiane a causa del loro passato oncologico, consentendo loro di vivere una vita senza essere etichettati o trattati diversamente a causa della loro precedente esperienza con il cancro.
Urge una legge sull’oblio oncologico
Sosteniamo quindi l’approvazione rapida della legge che tuteli il diritto all’oblio oncologico, che è stata discussa di recente in Commissione Sanità alla Camera e condivisa sia dalla maggioranza che dall’opposizione.
La Premier Meloni ha garantito il suo impegno affinché la legge venga approvata nel minor tempo possibile. A riguardo, ASPMI non vede l’ora che questa diventi una realtà, poiché rappresenterebbe un ulteriore passo del nostro Stato verso la tutela di tutti i cittadini, incluso il sostegno ai nostri militari che, come parte integrante della società, non sono immuni da tale discriminazione.
Nessuna eccezione per il personale in divisa
A volte si tende a pensare che i militari siano sempre forti e invincibili, quasi dei supereroi. Ma dietro quelle uniformi e attrezzature ci sono uomini e donne che, per quanto siano forti e robusti, non possono difendersi dalla malattia.
Il cancro, flagello della nostra società, non fa distinzioni sociali, ma noi possiamo fare la differenza proteggendo maggiormente queste persone e auspicando un’approvazione rapida della legge sull’oblio oncologico, in modo da consentire a chi ha combattuto la malattia di condurre una vita dignitosa e non più stigmatizzata.
Una volta approvata questa legge, che rappresenta un segno di civiltà e solidarietà, ASPMI spera che il ministero della Difesa e lo Stato Maggiore dell’Esercito la recepiscano in modo estensivo, senza fare distinzioni di status tra il servizio permanente e la ferma, poiché l’Esercito diventa una famiglia per quei cittadini italiani che scelgono di indossare un’uniforme.
Nella famiglia dell’Esercito, non si può abbandonare un compagno d’armi; di conseguenza, per l’ASPMI la famiglia fa da scudo e fornisce supporto a quel soldato che ha combattuto la battaglia più difficile della propria vita, non sul campo di battaglia, ma contro il cancro. È giusto che non debbano affrontare ulteriori battaglie contro una burocrazia indifferente.