È arrivato finalmente il chiarimento da parte della Funzione Pubblica in merito alla possibilità che anche il personale delle Forze Armate possa godere del mese di congedo parentale retribuito all’80% previsto dall’ultima legge di Bilancio.
La manovra, infatti, non specifica se questo nuovo strumento per la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie si applica nei confronti del personale in divisa e neppure le comunicazioni da parte di Persomil (Direzione generale per il personale militare) sono servite per togliere i dubbi in merito.
Per questo motivo ASPMI prima di sbilanciarsi e fornire informazioni che rischiavano di essere controproducenti per il personale, come invece è stato, ha preferito scrivere direttamente alla Funzione Pubblica chiedendo delucidazioni a riguardo.
Congedo parentale pagato all’80%, non spetta alle Forze Armate
La risposta della Funzione Pubblica non lascia spazio a ulteriori interpretazioni: ci viene fatto sapere, infatti, che dal momento che il personale delle Forze Armate dispone di 45 giorni li licenza straordinaria retribuita al 100%, e quindi già gode di un trattamento di maggior favore rispetto alla generalità dei lavoratori, è escluso dalla platea dei beneficiari del mese di congedo parentale retribuito dall’80% finanziato dall’ultima legge di Bilancio.
Cosa succede a chi lo ha già richiesto?
La risposta della Funzione Pubblica pone in una situazione di svantaggio tutti quei lavoratori che in questi ultimi mesi hanno goduto dello strumento in oggetto, tratti in inganno da alcuni sindacati che hanno preferito sostenere con certezza della possibilità di richiedere il congedo anziché attendere ulteriori chiarimenti.
Personale che ha potuto godere del congedo visti gli errori commessi dai vari Comandi, i quali a loro volta si sono basati – erroneamente – sulle indicazioni arrivate dal Persomil. La Direzione, infatti, nell’apposita circolare esplicativa non ha indicato – correttamente – il personale militare tra gli aventi diritto del congedo parentale all’80%, cadendo però in errore nel successivo specchietto riepilogativo.
Questa discrepanza ha generato ulteriore confusione, tanto che ci sono stati Comandi che hanno accolto la richiesta avanzata dal personale riconoscendo loro il diritto a un congedo parentale – della durata massima di 1 mese – retribuito all’80%.
Con il chiarimento della Funzione Pubblica è ovvio pensare che adesso verrà chiesto loro di restituire quanto indebitamente goduto (ma non sono ancora note modalità e tempistiche con cui verrà fatto). Si tratta quindi dell’ennesima dimostrazione che è importante affidarsi a fonti attendibili, altrimenti c’è il rischio da farne direttamente le spese.
Che fine faranno le risorse stanziate?
Resta il fatto che le risorse in legge di Bilancio erano state stanziate tenendo anche conto delle Forze Armate. Ne risulta quindi che ci saranno delle risorse residue, un tesoretto che non potrà andare perso.
ASPMI quindi si aspetta – e farà dovuta pressione affinché ciò avvenga – che le risorse stanziate e non utilizzate vengano messe a disposizione per la fase di concertazione per il rinnovo di contratto 2022-2024, dove in accordo con le associazioni sindacali bisognerà trovare un modo per spenderle al meglio.