Possiamo finalmente mettere la parola fine all’annosa questione riguardante la festività del Santo Patrono non goduta dal personale che in quella specifica giornata era lontano dalla sede di servizio; proprio in queste ore, infatti, dalle superiori autorità è arrivata la conferma rispetto a come tale giornata deve essere trattata, confermando l’orientamento già espresso – in risposta a una richiesta di questa sigla sindacale – dallo Stato Maggiore dell’Esercito.
Una tutela che in questi anni ha rimandato a tante diverse forme di interpretazione, il che spesso ha impedito un’equità di trattamento nei confronti del personale. Almeno fino a quando ASPMI non ha preso in mano la situazione ed è intervenuta, scrivendo agli uffici interessati affinché potessero arrivare delle istruzioni chiare e univoche riguardo a come considerare la festività del Santo Patrono non goduta.
In seguito al nostro intervento, il 13 febbraio scorso lo Stato Maggiore dell’Esercito ha emanato una circolare che ha finalmente disciplinato questo dubbio interpretativo e in modo assolutamente favorevole per tutto il personale interessato.
I problemi della festività del Santo Patrono
Una questione che ASPMI ha seguito con attenzione: nel gennaio scorso, infatti, scrivemmo all’Amministrazione Difesa per sollevare una criticità riguardante questo istituto. Nel dettaglio, mettemmo in risalto due tipi di problematiche:
- la prima riguarda il personale inviato in servizio isolato che prestando servizio in una sede diversa dal comune in cui si festeggia il Santo Patrono non può effettivamente godere dalla festività (a differenza del personale rimasto nella propria sede di base);
- la seconda, invece, riguarda la posizione amministrativa di quel personale che viene comandato a prestare servizio attivo in una sede dislocata in un Comune in cui proprio in quel periodo ricade la festività del Santo Patrono.
Questi due problemi sono state all’attenzione dello Stato Maggiore dell’Esercito, il quale ha condiviso appieno la rilevanza della problematica sollevata da ASPMI sollecitando il Vertice interforze a prendere in considerazione la questione.
La risposta dello Stato Maggiore dell’Esercito
In seguito al nostro intervento, il 13 febbraio scorso lo Stato Maggiore dell’Esercito emanò una circolare che disciplina questa lunga controversia in modo favorevole per tutto il personale coinvolto.
Nello specifico, il Vertice interforze ha risposto al quesito sollevato affermando che l’attribuzione della festività in questione dovrebbe riguardare esclusivamente la “sede di lavoro abituale”.
Di conseguenza, al personale militare che viene inviato in missione in un luogo diverso verrà consentito di recuperare la festività non goduta al momento del ritorno alla sede di base.
Il chiarimento definitivo
La questione poteva dirsi chiusa già allora, ma per chi avesse ancora qualche dubbio sembra che proprio in queste ore sia arrivata una ulteriore conferma da parte delle superiori autorità, le quali avrebbero ribadito che in ogni caso la ricorrenza del Santo Patrono del Comune sede di servizio, se ricadente in giornale feriale, deve essere considerata come giorno festivo come previsto ai sensi dell’articolo 11 del d.P.R. n. 394 del 31 luglio 1995; per questo motivo, al personale inviato in missione nella giornata in cui ricade la festività in oggetto devono essere comunque riconosciuti i benefici connessi al servizio prestato in giornata festiva. Benefici che dovranno essere recuperati al rientro presso la propria sede di servizio.
Non si considera come giorno festivo, invece, la festività del Santo Patrono del Comune in cui si è provvisoriamente dislocati.
ASPMI esprime la propria soddisfazione
Questo risultato è stato accolto positivamente da ASPMI e rappresenta un ulteriore esempio tangibile di come questa organizzazione sindacale sia vicina al personale militare e in grado di trovare soluzioni concrete alle questioni riguardanti le tutele dei colleghi senza mai dimenticare la specificità derivante dal nostro impiego.