L’Associazione Sindacale Professionisti Militari (Aspmi), è in prima linea a tutela del personale e anche lo scorso 24 giugno 2024, in una nota congiunta con la Rete Sindacale Militare, ha chiesto un’ulteriore semplificazione delle procedure di richiesta relativa la concessione della pensione privilegiata ordinaria per tutto il personale che ha subito un’infermità per causa di servizio.
Oggi la domanda di richiesta di questo beneficio può essere presentata a quattro anni dalla pensione, ma come riporta la nota stessa “Il riconoscimento della dipendenza della causa di servizio dell’infermità o lesione costituisce accertamento definitivo anche nelle ipotesi di successiva richiesta di equo indennizzo e di trattamento pensionistico cosiddetto privilegiato.”
La richiamata disposizione normativa assume fondamentale importanza soprattutto ai fini del diritto alla pensione privilegiata, considerato che, ai sensi dell’art. 67 del D.P.R. 1092/73, al personale delle Forze Armate e di Polizia, anche ad ordinamento civile, che riporti infermità o lesioni dipendenti da causa di servizio ascrivibili ad una delle otto categorie della Tab. A annessa al D.P.R. 915/78, spetta, a domanda, la pensione privilegiata indipendentemente dagli anni di servizio prestati.
“E poiché il riconoscimento della causa di servizio rimane un accertamento definitivo, -Francesco Gentile, fondatore di Aspmi- ritiene che il personale in servizio debba poter presentare domanda di accesso alla pensione privilegiata ordinaria in qualunque momento dopo l’accertamento della dipendenza dalla causa di servizio”.
La possibilità di presentare la domanda ancora in servizio e anche oltre gli ultimi quattro anni di servizio, secondo il nostro sindacato, garantirà al personale percettore di questo beneficio una fruizione più rapida, senza ulteriori attese e soprattutto, sempre in virtù della specificità che contraddistingue il personale militare che il calcolo della stessa possa essere elaborato da Prevmil che, senza nulla togliere all’Inps, conosce bene tutte le peculiarità derivanti dall’impiego di un militare, riducendo altresì notevolmente gli eventuali errori che l’istituto di previdenza potrebbe generare.
Aspmi, assieme alle altre sigle di Rete Sindacale Militare, auspica in un’attenta analisi della questione e che la soluzione da noi prospettata con la lettera inviata al Ministro della Difesa e alle SS.AA., possa essere recepita integralmente e diventare una modalità strutturale di richiesta di questo beneficio a favore di personale militare che per servizio all’Italia, ci ha rimesso parte della sua salute.