ASPMI: solidarietà ai militari feriti a Bologna. Strade Sicure va ripensata, ora

Come ASPMI ci teniamo a esprimere la nostra solidarietà al militare dell’Esercito Italiano e al Carabiniere rimasti feriti durante un intervento nel quartiere Bolognina di Bologna, nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure.

Secondo quanto ricostruito, i due militari, impegnati in un servizio congiunto di pattugliamento, sono intervenuti per fermare un soggetto visibilmente alterato che stava minacciando i passanti. Tuttavia l’uomo, già noto alle Forze dell’Ordine, ha reagito in modo violento, aggredendo fisicamente i due militari. Entrambi sono rimasti feriti durante la colluttazione e sono stati trasportati in ospedale; fortunatamente, non sarebbero in pericolo di vita.

Ai colleghi coinvolti e alle loro famiglie va il nostro augurio di pronta guarigione nonché un ringraziamento per il coraggio dimostrato; in un contesto delicato e rischioso, hanno dato dimostrazione di saper agire con prontezza e professionalità, dimostrando ancora una volta cosa significhi davvero servire lo Stato con dedizione, anche quando le condizioni non sono favorevoli.

Siamo vicini a loro non solo come militari, ma come Associazione che conosce bene la realtà di chi, ogni giorno, indossa l’uniforme e si trova ad affrontare situazioni complesse, spesso senza le giuste tutele e una preparazione adeguata e in assenza di un quadro normativo che protegga realmente chi agisce sul campo.

È arrivato il momento di dire chiaramente che l’Operazione Strade Sicure non è più sostenibile nei termini in cui viene condotta da anni, come tra l’altro fatto presente in un video che abbiamo appena pubblicato sul nostro canale Youtube.

Nata come misura straordinaria e temporanea, l’Operazione è diventata nei fatti un impiego strutturale, con un utilizzo crescente del personale militare in compiti che esulano dalle funzioni costituzionalmente previste per le Forze Armate.

I militari vengono impiegati in contesti urbani ad alta densità di rischio, chiamati a intervenire in dinamiche tipiche delle Forze di Polizia, ma senza un’adeguata formazionespecifici strumenti di tutela giuridica. Il tutto con una valorizzazione economica del tutto inadeguata rispetto ai rischi assunti.

Serve una riflessione seria e immediata. Non possiamo continuare a colmare i vuoti degli organici delle Forze dell’Ordine utilizzando i militari come soluzione tampone e fingere che si tratti di un’emergenza quando in realtà, ormai, ci troviamo di fronte a un impiego sistematico e permanente.

È ora di ridare coerenza al ruolo delle Forze Armate e di proteggere chi garantisce la sicurezza, prima che sia troppo tardi.