È stato pubblicato il decreto sulla defiscalizzazione per l’anno 2024, una misura che rappresenta una chiara dimostrazione di come il lavoro ben fatto da professionisti competenti, che sanno sfruttare al massimo le risorse a disposizione, possa garantire importanti benefici al personale.
Proprio in questi giorni, si sente spesso dire che “con risorse limitate non si possono ottenere risultati rilevanti”. Ma ne siamo davvero sicuri? Se avessimo seguito questo consiglio, oggi non ci sarebbe il decreto sulla defiscalizzazione che, quest’anno, riconoscerà un rimborso fino a 610 euro netti.
Giudicate voi se è meglio niente. Per noi, ogni singolo euro è importante, ed è per questo che, durante la trattativa per il riordino dei ruoli e delle carriere del 2017, abbiamo pensato a questa soluzione per compensare la perdita degli 80 euro del bonus Sicurezza precedentemente riconosciuti alle Forze Armate.
La competenza al servizio dei militari
Abbiamo raggiunto questo risultato grazie alla competenza di chi sa come ottenere soluzioni che soddisfino tutti. Non è un caso se, dopo anni, questa misura persiste e anzi, rappresenta un’opportunità per garantire più soldi in busta paga anche in seguito alla prossima contrattazione.
Come spiegato dal segretario generale di ASPMI, Francesco Gentile, che è il principale fautore di questa misura (e sfidiamo chiunque a sostenere il contrario), durante l’ultimo confronto in Funzione Pubblica, il limite di reddito per fruire della defiscalizzazione andrebbe aumentato, così da estenderne i benefici a un numero maggiore di militari.
Cos’è la defiscalizzazione e nuovi requisiti
Ricordiamo che per defiscalizzazione si intende la riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali. Quest’anno, viene riconosciuta al personale in servizio che, nel 2023, ha percepito un reddito da lavoro dipendente non superiore a 30.208 euro.
Per questi lavoratori, l’imposta lorda sul trattamento economico accessorio, comprensivo delle indennità di natura fissa e continuativa, viene ridotta fino a un importo massimo di 610,50 euro. Questa somma viene recuperata in un’unica soluzione in sede di conguaglio, quindi a febbraio del 2025.
Una risposta ai critici
Ai critici, “maghi di tastiera”, chiediamo: dove eravate allora? Ve lo diciamo noi: allo stesso posto in cui siete oggi, con un atteggiamento più distruttivo che costruttivo, senza battervi per i soldi che potrebbero entrare nelle tasche delle famiglie dei militari, utili per fare la spesa, pagare le bollette e sostenere i figli.
Il decreto sulla defiscalizzazione è un esempio tangibile di come la competenza e la dedizione possano portare a risultati concreti e significativi. È una vittoria per il personale militare e una lezione su quanto si possa ottenere con impegno e determinazione, anche in contesti di risorse limitate. Continuare su questa strada significa garantire un futuro migliore per le nostre Forze Armate e per le loro famiglie.