In queste ore c’è chi senza alcuna indicazione ufficiale a riguardo sta suggerendo alle lavoratrici madri dell’Esercito Italiano di inviare al proprio Comando la richiesta per l’applicazione in busta paga del cosiddetto “bonus mamme”, lo sgravio contributivo totale (fino a 3.000 euro l’anno) che il Governo Meloni ha finanziato con la legge di Bilancio 2024.
Un avviso che sta generando panico e confusione tra il personale, con il rischio che i Comandi vengano presi d’assalto con richieste che per il momento non hanno ragione di esistere.
A tal proposito, prima di dare informazioni fuorvianti abbiamo fatto una verifica presso le nostre autorevoli fonti, cosa che a quanto pare non è stata fatta (non sappiamo se per scelta o per impossibilità) da chi sta consigliando, erroneamente, come muoversi.
Non va inviata alcuna richiesta ai Comandi (almeno per adesso)
Da una consultazione avuta con i nostri contatti è emerso che dopo la pubblicazione della circolare Inps n. 27 del 31 gennaio scorso, con la quale vengono rese note le modalità operative per far sì che i datori di lavoro possano applicare lo sgravio contributivo nelle buste paga delle aventi diritto, servirà un accordo tra NoiPa e l’Inps stesso per definire le istruzioni per il personale della Pubblica amministrazione.
Nella suddetta circolare l’Inps specifica che la lavoratrice dovrà indicare al datore di lavoro i codici fiscali dei figli per i quali si acquisisce il diritto all’agevolazione, ma non è detto che ciò valga anche per il personale della Pubblica amministrazione, Forze Armate comprese.
Per il momento, quindi, non bisogna prendere alcuna iniziativa: non esistono moduli da compilare, né tantomeno scadenze entro cui farlo visto che neppure in NoiPa sono in grado di svelare quando tale sgravio verrà applicato nelle buste paga del pubblico impiego.
Prima di stampare e consegnare moduli ai Comandi aspettate istruzioni ufficiali; saremo noi di ASPMI a informarvi non appena ci saranno novità in merito. Nel frattempo stiamo facendo leva affinché le istruzioni operative necessarie arrivino al più presto, così che anche le lavoratrici madri delle Forze Armate e di tutto il pubblico impiego possano godere dello sgravio.
Cos’è il bonus mamme e a chi spetta
Ricordiamo che il cosiddetto bonus mamme spetta alle lavoratrici:
- con almeno 2 figli, di cui almeno uno di età inferiore ai 10 anni, per tutto il 2024;
- con almeno 3 figli, di cui almeno uno minorenne, per il triennio 2024-2026.
Viene garantito un risparmio fino a 3.000 euro l’anno sui contributi: si tratta però di una cifra da considerare al lordo delle imposte, quindi il netto che entrerà nelle tasche della lavoratrice sarà molto più basso.
E bisogna sottolineare anche che per coloro che hanno una busta paga di importo lordo fino a 2.692 euro tale sgravio si aggiunge a quello già riconosciuto sul cedolino che già riduce la quota contributiva a carico della lavoratrice del 6%. La differenza rispetto all’ultimo stipendio percepito, quindi, sarà ancora meno rilevante.