Con la Legge di Bilancio 2024 vengono stanziate le risorse per il rinnovo di contratto: ai 2 miliardi di euro a disposizione per l’incremento dell’indennità di vacanza contrattuale percepita nel 2023 (che passerà da 0,5% al 3,35% dello stipendio tabellare), si aggiungono 3 miliardi per il 2024 e 5 miliardi per il 2025, con il Governo che ha già fatto sapere che la priorità per il prossimo anno verrà data al personale del comparto Difesa e Sicurezza.
Come ASPMI riteniamo che questa priorità sia assolutamente giustificata e confidiamo che il Governo non si rimangi la parola data concentrando buona parte dei 3 miliardi di euro in favore della contrattazione del personale in divisa, dove per la prima volta prenderanno parte alle trattative le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.
Stop all’una tantum da gennaio 2024
Arrivare al rinnovo di contratto il prima possibile è una necessità, specialmente alla luce del fatto che con la manovra non vengono stanziate le risorse per confermare l’incremento straordinario una tantum pari all’1,5% dello stipendio tabellare riconosciuto per tutto il 2023 come forma di sostegno contro la svalutazione delle retribuzioni causata dall’inflazione.
Prendiamo atto che confermare tale aumento e nel frattempo stanziare le risorse per il rinnovo sarebbe stato impossibile visto il contesto economico in cui è stata approvata la manovra: ma proprio per questo motivo non siamo disposti ad aspettare oltre per il rinnovo contrattuale. D’altronde, gran parte del personale dell’Esercito Italiano è già escluso dalla conferma dello sgravio contributivo in quanto si tratta di un’agevolazione che si applica fino ai 2.962 euro lordi, soglia superata dalla maggior parte dei militari; se aggiungiamo che da gennaio verrà meno anche l’incremento straordinario dell’1,5% vorrà dire che la busta paga sarà persino più bassa rispetto a quella attuale, a fronte di una differenza lorda che oscilla tra i 24,10 euro del I Caporal Maggiore e un massimo di 34,46 euro per il Capitano con più di 10 anni di servizio.
Rinnovo del contratto urgente, va contrastata la svalutazione delle retribuzioni
Come ASPMI ci aspettiamo che questa indennità rappresenti il punto di partenza per l’aumento di stipendio riconosciuto a margine del rinnovo di contratto, per il quale l’obiettivo è far recuperare al personale il potere d’acquisto andato perso nel triennio contrattuale (per il quale si stima un IPCA incrementato del 16,1%).
Lo faremo presente nell’incontro in programma il 16 novembre, quando ci confronteremo con il Ministro della Difesa Guido Crosetto al quale chiederemo una maggiore attenzione nei confronti dell’Esercito Italiano: il Governo non può nascondersi, specialmente adesso che anche noi disponiamo di quella tutela sindacale che per troppi anni ci è stata negata a vantaggio delle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare che invece, grazie al lavoro fatto dai loro rappresentanti, sono riusciti a strappare accordi più soddisfacenti.
Sarà nostro dovere, come di tutte le APCSM rappresentative, far sì che questa distanza tra le singole Forze Armate, che vede l’Esercito in ultima posizione in quanto la più povera, possa essere colmata già con il prossimo rinnovo di contratto. Sarà invece compito del personale fare in modo che anche la distanza a livello di rappresentatività possa essere al più presto ridotta: d’altronde abbiamo il potenziale per essere rappresentativi almeno quanto gli altri sindacati delle Forze di Polizia, se non persino di più. Abbiamo l’occasione di far sentire forte la nostra voce nelle sedi che contano: non sprechiamola.