La Legge n.46 del 2022, come ormai tutti sanno, ha dato una svolta epocale al personale militare in termini di rappresentanza sindacale.
Tale innovazione, sia normativa che di principio, è stata voluta per anni dal personale militare e finalmente ha trovato risposta nelle aule Parlamentari.
Da qualche tempo le sigle sindacali, ASPMI compresa, hanno dato avvio a tutte le procedure burocratiche per essere iscritte all’Albo Ministeriale ed iniziare la propria attività.
Ogni sigla sindacale sta portando avanti le proprie richieste e le proprie rivendicazioni nei modi e con i tempi che più si confanno alla propria politica interna.
Proprio questo è il fulcro della Legge 46: dare al personale militare la possibilità di scegliere chi è più meritevole della propria delega, chi saprà meglio rappresentarli e tutelarli.
Filosofia sindacale, direbbe qualcuno; concetto scontato direbbe qualcun altro…
Eppure tra la filosofia sindacale, come la definirebbe Demofilomil, e il dare per scontato, come direbbero gli esperti della materia, c’è una terra di mezzo: quella della Rappresentanza Militare.
Proprio Lei! La Rappresentanza Militare. Quella forma di tutela che, nata nel 1978, ci ha accompagnati, nel bene e nel male, fino all’approvazione della Legge sull’Associazionismo Sindacale Militare. Proprio così!
La Legge 46 non mette in soffitta la Rappresentanza Militare, NO! Sarebbe irrispettoso usare questo termine.
Gli dà invece un arduo compito, quello finale.
Traghettare la tutela dei diritti del personale verso una nuova forma di rappresentanza: quella delle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari.
Il compito è difficile e ha tante sfaccettature, la prima è quella di “ragionare” non da delegati ma da persone consapevoli che il Parlamento ha scelto di fare un cambiamento!
Solo coloro che hanno davvero vissuto le dinamiche della rappresentanza militare riescono a capire! Solo chi si è adoperato davvero nei confronti del personale riesce a comprendere. Solo chi in questi anni ha lottato per garantire la dignità ai militari, avendo un mezzo “poco” efficace come quello della Legge sulla Rappresentanza, può sentire il peso sulle spalle!
Chi invece oggi cerca di sminuire il nuovo strumento concesso al personale militare dal Parlamento è poco lungimirante o, forse, solamente arroccato su posizioni di “comodo”.
Diffidate da tali personaggi. Colleghi, Diffidate!
La realtà della tutela del personale è cambiata, si è evoluta! E chi si ostina a non crederci è chi vuole male al personale militare!
Aprite gli occhi! E soprattutto date la vostra delega sindacale a chi mostra serietà e determinazione nel portare avanti le idee percorribili e che tutelino la specificità del mondo militare.
Un caro saluto
Sempre vostro
Francesco Gentile