In questi giorni l’Inps e l’Inail stanno ponendo l’attenzione su quei lavoratori che svolgono mansioni che li vedono impiegati alla diretta luce del sole, senza possibilità di riparo, ribadendo l’importanza di fare il più possibile per evitare che possano verificarsi dei colpi di calore che, come dimostrano alcuni fatti di cronaca di questi giorni, possono anche risultare fatali.
Da qui la richiesta di rivedere l’orario di lavoro, bloccando le attività tra le 14 e le 17, come pure la cassa integrazione laddove nonostante le misure di prevenzione messe in campo non si riesca a mettere il lavoratore nella condizione di poter svolgere le proprie mansioni senza che ne risulti un rischio per la propria salute.
A tal proposito, noi di ASPMI ci siamo chiesti: chi tutela la salute di quei militari che per ore vengono impiegati sotto al sole senza tra l’altro disporre di un abbigliamento consono alla stagione? In particolare ci riferiamo al personale impiegato nell’Operazione Strade Sicure, servizio che mette a dura prova il fisico dell’interessato visto che per ore si è esposti a elevate temperature.
Da qui una richiesta allo Stato Maggiore dell’Esercito affinché anche nei confronti del personale militare ci sia quell’attenzione dimostrata dalle Istituzioni nei confronti degli altri lavoratori, come tra l’altro avviene nelle Forze di Polizia dove la divisa estiva è sicuramente più consona alla stagione.
Operazione strade sicure, serve attenzione anche per la sicurezza dei militari
L’Associazione Sindacale Professionisti Militari (ASPMI) ha lanciato un accorato appello riguardo alle difficili condizioni in cui operano i militari impiegati nell’Operazione “Strade Sicure“. Infatti, dall’inizio dell’Operazione nell’agosto 2008, a seguito dell’emanazione della Legge n.125 del 24 luglio 2008, prorogata con la Legge n.178 del 30 dicembre 2020, alcune problematiche riguardanti il benessere dei soldati non sono mai state completamente risolte nel corso degli anni.
In questi giorni ASPMI ha raccolto numerose testimonianze dai propri tesserati, dalle quali emergono le sfide e le difficoltà affrontate dai militari impegnati in questa importante operazione di sicurezza nazionale. Una delle principali preoccupazioni riguarda le condizioni di lavoro durante la stagione estiva, quando le temperature torride mettono a dura prova il personale visto che gli attuali equipaggiamenti non sono adeguati a fronteggiare queste situazioni estreme.
La differenza rispetto alle Forze di Polizia
La questione diventa ancora più preoccupante quando si considerano le oggettive differenze tra il personale dell’Esercito Italiano e quello delle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare che opera nello stesso contesto.
Lo stesso servizio viene svolto da poliziotti e carabinieri in pantalone fresco lana e camicia di cotone a mezza manica, mentre gli equipaggiamenti dei militari non sono adeguati neppure alle temperature primaverili figuriamoci per quelle estive dove specialmente quest’anno si è soliti toccare dei picchi di 45 gradi (con 35 gradi che invece è il limite fissato dall’Inps per la richiesta di cassa integrazione per i dipendenti del settore privato).
Servono dispositivi di raffrescamento e divise adeguate alla stagione
Nonostante l’alto senso del dovere e la profonda responsabilità dei militari, che li portano a sopportare una tale situazione, la situazione non va assolutamente sottovalutata in quanto ne vale la salute del personale.
Per questo motivo ASPMI ha scritto allo Stato Maggiore dell’Esercito evidenziando la mancanza di dispositivi portatili o indossabili di raffrescamento, chiedendo che un tale problema possa essere urgentemente risolto.
D’altronde, non si tratta di entrare nel merito delle regole di ingaggio o delle funzioni operative, poiché questa non è la competenza delle sigle sindacali a carattere militare: tuttavia, ASPMI ritiene che sia essenziale porre attenzione alle condizioni in cui opera il personale dell’Esercito Italiano, garantendo un ambiente lavorativo adeguato per il loro impegno nella tutela della sicurezza nazionale.
L’obiettivo è garantire il benessere dei militari senza gravare eccessivamente sul già esiguo bilancio destinato all’Operazione “Strade Sicure”: per questo motivo servirà fornire equipaggiamenti moderni e funzionali, in grado di garantire una migliore termoregolazione e ridurre lo stress delle condizioni di impiego.
Il problema degli alloggi
Oltre alle problematiche legate agli equipaggiamenti, ASPMI sottolinea anche le condizioni alloggiative non aderenti alla normativa, con camere sovraffollate e disturbi al riposo a causa dei diversi turni di servizio. L’Associazione auspica una migliore gestione delle risorse assegnate all’Operazione, garantendo perlomeno standard alloggiativi adeguati per tutti i siti e spazi di relax per il personale.
Investire per il benessere dei militari rappresenta una garanzia anche per la sicurezza dei cittadini
Possiamo quindi affermare con convinzione che investire nel benessere dei militari non solo aumenta l’efficacia dello strumento militare, ma contribuisce anche a garantire la sicurezza dei cittadini e l’immagine di efficienza operativa dell’Esercito Italiano. Per questo motivo ASPMI si è rivolta alle istituzioni e alle autorità competenti, chiedendo un impegno congiunto per affrontare queste sfide cruciali e assicurare condizioni di lavoro adeguate per i militari impegnati nell’Operazione “Strade Sicure”.