Siamo ancora lontani da una soluzione che possa rendere sostenibile il lavoro svolto giornalmente dalle Commissioni Medico Ospedaliere (CMO).
Anche se oggi sembra essere superata l’ipotesi di un passaggio delle mansioni all’Inps, emersa nelle scorse settimane, la Rete Sindacale Militare (ASPMI compresa) non può fare a meno di notare che il problema non è stato ancora risolto.
Ma andiamo con ordine: da anni nelle CMO – Commissioni che si occupano di idoneità, cause di servizio e pensioni privilegiate – c’è carenza di personale e ciò ne ha inevitabilmente rallentato i lavori. Un problema che in realtà potrebbe essere di facile risoluzione – basterebbe d’altronde procedere con le assunzioni di personale – ma che a oggi ha visto perlopiù ipotesi spinte da interessi personali come quella di spostare le competenze all’Inps, con l’assunzione tra l’altro di 700 medici.
Uno spostamento che l’intervento della Rete Sindacale Militare dello scorso 12 giugno è riuscito a fermare, ma che a quanto pare non è stato sufficiente per arrivare a una soluzione che possa rendere maggiormente efficiente, e soprattutto celere, il lavoro svolto quotidianamente dalle CMO.
CMO, perché il problema della carenza di personale non è stata ancora risolto
Con la circolare del 3 luglio scorso, l’Ispettorato generale della Sanità militare – in deroga alla circolare n. 5000 del 2007 – ha stabilito che le CMO debbano essere supportate nel trattamento delle pratiche medico-legali (solamente per quelle di idoneità) temporaneamente (fino al 31 dicembre 2024) dagli Ufficiali Medici degli EDR.
In questo modo, però, nonostante si tratti di un passo in avanti, il problema non viene risolto: anzi, semmai se ne crea un altro. Gli stessi Ufficiali Medici degli EDR, infatti, sono oberati di lavoro vista un’oggettiva carenza organica dal momento che la maggior parte del personale è stato trasferito alle infermerie presidiare.
Allo stesso tempo, a beneficiare di questo spostamento di competenze saranno solamente le Commissioni deputate alla valutazione delle idoneità, mentre quelle che si occupano di cause di servizio e di pensione privilegiata ordinaria (PPO) – per le quali il lavoro è esponenzialmente incrementato – continueranno a essere oberate. Senza dimenticare poi che nell’ultimo periodo queste hanno dovuto farsi carico del lavoro arretrato dovuto alla chiusura delle Commissioni di Verifica di Firenze e Napoli disposta lo scorso giugno.
Quale sarebbe la giusta soluzione?
Quindi, pur ribadendo l’importanza della ripartizione delle mansioni tra CMO e EDR – poiché è opportuno che in relazione alla specificità dello strumento militare si occupino di queste pratiche esclusivamente dei professionisti che vivono e conoscono la peculiarità dei diversi campi in cui operano uomini e donne in divisa – è nostra premura sottolineare che il problema andrebbe risolto dalle fondamenta.
Come? Con l’assunzione degli Ufficiali medici, così da potenziarne gli organici e fare in modo che gli uffici possano lavorare a pieno regime smaltendo tutto il lavoro arretrato accumulato fino a oggi e garantendo al personale delle Forze Armate la giusta tutela di cui meritano.