Sono in arrivo, anche grazie al lavoro svolto da ASPMI, importanti cambiamenti riguardanti il compenso forfettario di guardia con l’introduzione di una nuova indennità notturna servizi armati e non prevista dall’articolo 12 del rinnovo contrattuale. Come promesso, ci siamo battuti con fermezza affinché questo tema fosse al centro della discussione, ribadendo che senza soluzioni concrete non avremmo proseguito le trattative.
Con il nuovo contratto, l’importo del compenso forfettario di guardia aumenterà di 21 euro complessivi. Non bisognerà più guardare, infatti, al solo CFG perché con l’entrata in vigore del nuovo contratto si aggiungerà una seconda indennità, chiamata appunto “notturna servizi armati e non”. Due voci distinte che vanno intese come una sola.
Più nel dettaglio la sola indennità notturna sarà di 18 euro, che considerando anche l’aumento di 3 euro per il CFG (che ad esempio passa da 43 a 46 euro per la prima fascia), garantirà un incremento complessivo di 21 euro.
Indennità notturna anche senza CFG
E va specificato che l’indennità notturna dei servizi armati (e non) si applica anche per quei servizi in cui non è di fatto previsto il CFG, per le quali oggi è previsto un compenso pari a zero. Se oggi un militare che svolge un servizio in notturna slegato dal Compenso forfettario di guardia non viene pagato, con l’arrivo di questa indennità andrà a percepire 18 euro in più rispetto a oggi.
È solo l’inizio
Il Segretario generale di ASPMI, Francesco Gentile, come dimostra l’intervento che trovate nel nostro canale Youtube, ha sottolineato come questo risultato rappresenti un primo passo verso il riconoscimento del reale valore del lavoro svolto dai militari. Il nostro impegno non si ferma qui: nella prossima contrattazione, che il governo sembra intenzionato ad avviare subito dopo la conclusione di questa, continueremo a lavorare per aumentare ulteriormente entrambi gli importi.
Su questo chiederemo fermamente l’impegno del Governo Meloni, d’altronde, ha posto come impegno per la prossima contrattazione l’eliminazione del CFG che dovrebbe essere sostituito da un’unica indennità.
Non esiste lavoro passivo
A tal proposito, nel corso dell’ultimo incontro avuto in funzione pubblica ASPMI si è opposta con forza all’iniziale formulazione della norma, che non considerava valide per il calcolo dell’indennità le ore di recupero psicofisico trascorse presso installazioni o mezzi militari. Abbiamo ribadito che ogni ora in cui un militare è in servizio, anche durante il cosiddetto “recupero”, è lavoro attivo. Non accettiamo che passi l’idea di un servizio considerato “passivo” o, peggio, assimilabile al riposo.
Grazie alla nostra tempestiva segnalazione, questa esclusione immotivata è stata eliminata, garantendo un trattamento equo e coerente per tutti i militari.
Questi risultati dimostrano che una rappresentanza sindacale forte, determinata e soprattutto presente, può fare la differenza. Adesso confidiamo che anche gli ultimi, piccoli ostacoli, che mancano al raggiungimento di un accordo per il rinnovo vengano al più presto superati, così che i soldi possano di fatto entrare nelle tasche dei militari.