Ancora una volta ASPMI intende mettere in risalto le scelte e i criteri concorsuali che a nostro giudizio non sempre premiano il merito, tanto da essere percepite dal personale come esperienze punitive.
Concorso per Sottotenenti nei ruoli speciali dell’Esercito, così si penalizzano i militari
Già lo scorso 25 luglio ci siamo occupati del “Concorso, per titoli, per la nomina di 10 Sottotenenti in Servizio Permanente nei ruoli speciali delle Armi di fanteria, cavalleria, artiglieria, genio, trasmissioni dell’Esercito riservato ai Marescialli della Forza Armata che rivestono il grado di Luogotenente” sottolineando la ragione per cui nei confronti dei militari dell’Esercito Italiano vi è una distonia nella valutazione della documentazione caratteristica.
Ai partecipanti, infatti, è stato attribuito un differente punteggio tra “Scheda Valutativa” e “Rapporto Informativo”: nel dettaglio, la Commissione responsabile della valutazione del personale dell’Esercito ha adottato, in modo del tutto indipendente e senza un’apparente ragione, una diversa politica, riducendo il punteggio assegnato ai Rapporti Informativi, anche quando classificati come “Eccellenti”.
Così facendo la commissione giudicatrice del personale dell’Esercito Italiano si è differenziata anche dalle commissioni di Marina e Aeronautica militare che pure hanno partecipato allo stesso bando ma adottando il criterio più ragionevole. Una tale disparità ha generato un forte disagio tra i militari dell’Esercito, i quali ovviamente si sentono svantaggiati e danneggiati da una decisione ingiustificata e, soprattutto, contraria ai principi costituzionali di equità nella selezione del personale nella Pubblica Amministrazione.
Coloro che hanno la fortuna di avere tutte le note caratteristiche per la “Scheda Valutativa” avranno maggior punteggio rispetto a chi invece viene comandato per servizi esterni, in quanto cambiando il rapporto gerarchico, e di conseguenza le note caratteristiche, avranno un “Rapporto Informativo” – che come visto sopra viene diversamente considerato ai fini del concorso – anziché la “Scheda Valutativa”.
Basta un semplice esempio per renderci conto degli svantaggi derivanti da una tale disparità di trattamento. Prendiamo due militari dell’Esercito, entrambi con un servizio valutato come “Eccellente” nel corso di un anno, ma che si trovano in situazioni diverse per quanto riguarda le ultime esperienze d’impiego:
- uno dei militari è stato impiegato per 3 mesi in un’operazione sul territorio nazionale, per poi svolgere un periodo di 4 mesi presso un altro ufficio e il resto del tempo (5 mesi) in missione internazionale. Questo, seppur con elevato rendimento in servizio, avrà il giudizio espresso in soli “Rapporti Informativi”;
- l’altro militare, con altrettanta dedizione, ha svolto il servizio per l’intero anno presso la stessa unità, beneficiando invece di una “Scheda Valutativa”.
La disparità di valutazione tra i due casi risulta dunque evidente, nonostante entrambi abbiano fornito prestazioni eccellenti durante il loro servizio.
Le criticità del 20° Corso RS per Ufficiali TRAMAT dell’Esercito Italiano
Sempre in tema di concorsi, inoltre, va segnalato quanto successo al termine del 20° Corso RS per Ufficiali TRAMAT dell’Esercito Italiano, per il quale le graduatorie per l’assegnazione delle sedi sono state divise nelle cosiddette “fasce” in virtù di una direttiva interna emanata da DIPE nel 2011 che non sortisce effetti logici e meritocratici dal momento che il risultato diretto è stato quello per cui chi è arrivato tra i primi si è visto scavalcato nella scelta della sede di futura destinazione da chi era invece tra gli ultimi.
Meccanismo oggettivamente ingiusto il quale produce esiti irragionevoli andando a eliminare di fatto la possibilità di scelta di una sede gradita a chi ha avuto semplicemente la sfortuna di ritrovarsi “ultimo di fascia”.
Proprio l’attuazione del sopracitato assurdo meccanismo delle fasce è stato anche stigmatizzato e sterilizzato dalla giustizia amministrativa. Si legge in sentenza:
“[…] Per effetto della disposizione applicata, l’Amministrazione, nel momento in cui dispone l’assegnazione dei militari uscenti dai corsi di formazione, ha l’obbligo di tener conto della loro posizione nella graduatoria di merito di fine corso. Nel caso di specie, invece, l’ordine della graduatoria di merito, non solo è stato ignorato, ma addirittura sovvertito, peraltro con un criterio ispirato al caso.”
Come infatti è previsto C.o.m all’art. 976, “al termine della fase di formazione, la prima assegnazione di sede di servizio del militare è stabilita sulla base delle direttive di impiego di ciascuna Forza Armata, tenuto conto dell’ordine della graduatoria di merito”.
Tra l’altro i metodi di valutazione e i criteri di valutazione cambiano da concorso a concorso, generando così solamente confusione tra il personale e non garantendo l’equità di trattamento necessaria.
Urge un confronto
Per ciò, quindi, non è più rimandabile un confronto sulla delicata materia dei concorsi, al fine di garantire un processo di selezione equo, trasparente e meritocratico per tutti i militari in servizio. Ne vale della buona riuscita del nuovo modello Difesa.