Nelle scorse settimane, ASPMI ha sollecitato una risposta da parte delle istituzioni, auspicando persino un intervento del Ministro della Difesa Guido Crosetto, riguardo alla possibilità che anche il personale militare possa godere del mese di congedo parentale straordinario pagato all’80%, come previsto dalla legge di Bilancio 2023.
Tuttavia, quando stiamo ormai entrando nell’ultimo trimestre dell’anno, non è ancora arrivato il chiarimento richiesto con il personale che sta rinunciando a un emolumento che, almeno stando a quanto si legge nel testo della manovra nonché nella relazione tecnica a essa collegata, dovrebbe spettargli di diritto.
Congedo parentale 80%, un diritto del personale militare
Una richiesta motivata dalla necessità di evitare qualsiasi ambiguità che possa derivare da un’applicazione poco chiara della norma. Infatti, per quanto ASPMI continui a essere convinta che il congedo retribuito all’80% debba essere applicato anche nei confronti del personale militare, dal momento che la legge di Bilancio prevede finanziamenti specifici per il comparto Difesa, non è comunque nostro compito far rispettare la legge, bensì delle autorità competenti. Proprio per questo motivo abbiamo mantenuto un approccio prudente, consigliando ai colleghi di non richiedere il congedo in attesa di ulteriori chiarimenti.
Ricordiamo che oggi la versione ufficiale dell’Amministrazione è quella data dalla circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito con cui viene espressamente detto che “la normativa del congedo parentale retribuito all’80% non si applica nei confronti del personale militare”. Un diniego motivato dal fatto che il personale dell’Esercito Italiano gode già di un trattamento di maggior favore in tema di licenze, permessi e riposi, e che per questo non è da includere nella platea dei beneficiari del trattamento di maggior tutela voluto dal Governo Meloni in materia di congedo parentale.
Stiamo sprecando risorse
ASPMI non intende accettare passivamente questa decisione e sta lavorando per spingere verso una soluzione che riconosca al personale militare il diritto al congedo retribuito al 80%. D’altronde, nella Legge di Bilancio 2023 non vi è alcuna esclusione nei confronti delle Forze Armate, con le risorse che sono state regolarmente stanziate anche per il personale militare.
Il ritardo nel ricevere una risposta che sia chiara e definitiva, e che vada a riconoscere il personale militare di quello che è un suo diritto, sta quindi comportando un dispiego di risorse, visto che non è chiaro che fine faranno i fondi stanziati ma non utilizzati.
Nel frattempo, come Associazione sindacale è nostro dovere consigliare ai colleghi di adottare un atteggiamento prudente. È importante evitare di fare affidamento su questo strumento finché non si raggiungerà una soluzione definitiva, poiché c’è il rischio che la Funzione pubblica richieda la restituzione dei fondi erogati inizialmente.