(AGI) – Roma, 15 apr. – “I dirigenti del Comparto Difesa stanno attendendo per l’ottavo anno l’avvio delle procedure negoziali per la definizione delle indennita’ accessorie nella cosiddetta ‘area negoziale’. Due trienni di possibili accordi sono passati senza alcuna decisione e i dirigenti militari nell’attesa continuano a operare con trattamenti economici accessori non solo inadeguati, ma in alcuni casi persino inferiori rispetto a quelli del restante personale, cosi’ come a loro sono inapplicate norme di civilta’ che riguardano la genitorialita’ e la licenza solidale“.
E’ quanto scrivono rivolgendosi direttamente al ministro Crosetto Aspmi, Usmia Marina, Usmia Esercito, Sim Marina, Amus Aeronautica, Sim Carabinieri e Usic Carabinieri.
“In questi lunghi anni lo scenario della rappresentanza del personale militare ha subito importanti cambiamenti – ricordano le sigle sindacali rappresentative nell’area negoziale della dirigenza -: sono state costituite le associazioni sindacali militari che hanno piena competenza a sedersi a quel tavolo per il triennio contrattuale 2021-2023. Per il triennio precedente le poche riunioni fatte dalla Funzione Pubblica sono state prive di risultato perche’ assente la parte rappresentativa dei militari. Non prevederlo fu solo un clamoroso errore normativo o si voleva sottrarre la materia alla parte sociale? E’ fuor di dubbio che addivenire alla definizione del contratto per il triennio 2018-2020, senza la presenza dei sindacati militari, sara’ impossibile e altrettanto lo sara’ aprire quello successivo, per cui queste sigle attendono con ansia e speranza una norma ad hoc che sani tale incresciosa situazione“.
“E’ quindi necessario – si legge in un comunicato congiunto – un intervento legislativo urgente che garantisca da un lato l’intervento e la partecipazione delle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari alla stipula degli accordi sindacali anche per i trienni 2018-2020 e 2021-2023, tenuto conto che le procedure negoziali non sono state ancora, rispettivamente, concluse/avviate, dall’altro parifichi le competenze attribuite in tale contrattazione a quelle del personale contrattualizzato, aggiungendo le materie del trattamento di fine rapporto della previdenza, della durata massima dell’orario di lavoro settimanale e della disciplina del lavoro straordinario. Al tavolo di contrattazione per i due trienni, per la parte relativa alle forze armate, dovranno essere convocate le sigle sindacali militari rappresentative nel triennio 2022-2024. In questo riteniamo che lei, signor ministro, possa svolgere un ruolo attivo per garantire l’apertura dell’area negoziale“.
Per quanto riguarda “altri temi essenziali – concludono Aspmi, Usmia Marina, Usmia Esercito, Sim Marina, Amus Aeronautica, Sim Carabinieri e Usic Carabinieri – riteniamo che oltre ai dirigenti, sia necessaria la partecipazione al tavolo dell’area negoziale dei segretari generali delle sigle sindacali militari rappresentative e che occorra definire urgentemente la modalita’ di fruizione dei distacchi e permessi relativi alla rappresentativita’ dei dirigenti militari. E’ indispensabile intervenire a livello normativo per modificare il meccanismo di finanziamento, superando l’attuale impianto tanto che l’applicazione e’ stata congelata per evitare la penalizzazione dei dirigenti del Comparto. Cosi come e’ assolutamente urgente che sia avviata la cosiddetta ‘previdenza dedicata’, uno strumento indispensabile per garantire una tutela pensionistica equa e sostenibile per il personale del comparto Difesa Sicurezza. La creazione di un sistema previdenziale dedicato, per tutti gli operatori del Comparto, consentira’ non solo di poter vivere la vecchiaia post servizio con dignita’, ma garantira’ a chi e’ in servizio una certezza per il proprio futuro che potra’ riflettersi in modo positivo nell’espletamento dei doveri quotidiani“. (AGI)
Com/Bas