Ci preme rispondere a chi ha posto dei dubbi sulla bontà della nostra decisione di firmare il rinnovo di contratto, sottolineando che la nostra firma, insieme a quella di tutte le altre APCSM eccetto due, non rappresenta una resa o un’accettazione acritica, ma una scelta ponderata e soprattutto responsabile.
Non sottoscrivere l’accordo non avrebbe modificato le risorse stanziate dal Governo, determinate da vincoli di bilancio e decisioni politiche che superano il potere di un singolo sindacato, delle Forze Armate o della Pubblica Amministrazione nel suo complesso. Pensare che un rifiuto simbolico potesse alterare le fondamenta economiche di questo rinnovo sarebbe un’illusione lontana dalla nostra visione.
Le risorse disponibili, pur limitate, sono state distribuite attraverso un confronto complesso, durante il quale abbiamo rappresentato il personale nel miglior modo possibile. Ogni euro è stato destinato a migliorare, per quanto ancora insufficientemente, le condizioni economiche dei militari. Tra i risultati ottenuti, spicca l’aumento di 100 euro netti per un Graduato, un passo avanti rispetto all’idea iniziale della Funzione Pubblica, reso possibile grazie alla nostra proposta di una diversa ripartizione tra parte fissa e accessoria.
Abbiamo inoltre garantito la rivalutazione del Compenso Forfetario di Guardia, con un incremento di 21 euro lordi a servizio a partire da gennaio grazie anche al riconoscimento dell’indennità notturna per i servizi armati e non armati.
Sono previsti inoltre incrementi specifici per ruoli particolari: trattamenti economici migliorati per gli equipaggi fissi di volo, gli sperimentatori e gli operatori subacquei, nonché nuove indennità per il personale specializzato nel settore cinofilo, delle comunicazioni operative PSYOPS e del Battaglione Mezzi Mobili Campali. Dal 1° gennaio 2024, il personale del Reggimento Genio Ferrovieri beneficerà di un’indennità supplementare di 35 euro mensili, a cui si aggiunge l’istituzione dell’indennità artificieri di Reparto e il fatto che sia stata sanata la problematica delle posizioni organiche per gli operatori IEDD.
E ancora, la suddivisione del Fondo straordinari tra Contrattualizzati e Dirigenti, una svolta epocale che non avremmo raggiunto se avessimo rinunciato a priori a prendere parte alla contrattazione.
Questi risultati, che consideriamo un punto di partenza e non di arrivo, sono frutto di un impegno costante e della capacità di negoziare anche nelle condizioni più difficili. Come Associazione, il nostro dovere è rappresentare chi sostiene il nostro lavoro, e agire affinché gli aumenti concordati arrivino concretamente nelle tasche del personale. Non firmare avrebbe avuto conseguenze negative: l’amministrazione avrebbe comunque potuto procedere autonomamente, privandoci del nostro ruolo negoziale.
Anche perché la mancata firma avrebbe compromesso la possibilità di partecipare alla contrattazione di secondo livello, cruciale per discutere temi fondamentali come le maggiorazioni economiche sul FESI. Non avremmo potuto rappresentare i nostri iscritti in un tavolo strategico, tradendo la fiducia di chi conta su di noi per ottenere risultati concreti.
La nostra scelta, pertanto, non è stata dettata dal timore di critiche o dalla volontà di mantenere un basso profilo politico. Distruggere è sempre più semplice che costruire, ma non è la nostra strada. Vogliamo dimostrare competenza, strategia e capacità di rappresentare il personale anche nelle situazioni più complesse.
ASPMI, quindi, ha firmato il rinnovo del contratto perché crede che il proprio ruolo sia quello di costruire, passo dopo passo, miglioramenti concreti per il personale. Questo è il nostro impegno e la nostra missione, che continueremo a perseguire con determinazione.