Le continue aggressioni ai danni del personale sanitario hanno portato il prefetto di Vibo Valentia, Paolo Giovanni Grieco, a disporre la vigilanza dell’Esercito Italiano nell’ospedale Jazzolino. Le autorità hanno precisato che non si tratta di militarizzazione del presidio ospedaliero, ma di una “rimodulazione” dell’attività di vigilanza nei luoghi più sensibili che i militari compiono sul territorio nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure.
Apprendiamo con rammarico che la notizia è stata seguita da una risposta mediatica vasta e incresciosa. I militari chiamati a garantire la sicurezza degli operatori sanitari vengono ridicolizzati da vignette offensive, che gettano fango sul lavoro di uomini e donne dell’Esercito Italiano e mancano di sensibilità verso il delicato momento per gli operatori sanitari.
A Vibo Valentia i militari vigilano sull’ospedale
Nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure i militari dell’Esercito Italiano sono coinvolti in prima persona nella vigilanza del territorio, in tutela della cittadinanza proprio nelle aree più a rischio. Così, i militari presidiano le zone più pericolose, tra cui le stazioni della metropolitana e del treno in molte città italiane.
Se le autorità locali hanno ritenuto opportuno estendere la copertura al presidio ospedaliero di Vibo Valentia non possiamo far altro che rimetterci a questa conclusione, senza ombra di dubbio frutto di attente considerazioni. Sappiamo, inoltre, che si tratta di un momento particolarmente difficile per il personale sanitario e siamo sicuri che i nostri militari sapranno fornire tutto il supporto e il sostegno necessari.
In tal proposito, è stata sottolineata sia dal prefetto cittadino che dal sindaco la necessità di preservare non soltanto l’incolumità ma anche la dignità di tutti coloro che lavorano in ospedale, tra medici, infermieri e operatori.
L’affidamento all’Esercito Italiano non è altro che un’ulteriore conferma dell’importanza del lavoro svolto dai nostri professionisti, che da anni spendono tutta la loro dedizione anche nella diretta tutela del territorio nell’Operazione Strade Sicure.
Ci auspichiamo quindi che venga riconosciuta anche la dignità del personale militare e che il suo servizio non venga dato per scontato. La Regione Calabria ha dato prova di riconoscere e tenere in grande considerazione il lavoro dei militari, perciò ci aspettiamo delle misure coerenti con questa intenzione.
Stupisce molto il fatto che proprio la Calabria sia ancora tra le Regioni che non riconosce la gratuità dei trasporti pubblici ai militari, ma crediamo che siano maturate nuove riflessioni alla luce dei fatti recenti. Anche perché, come sottolineato dal sindaco Enzo Romeo, ci sono gravi problemi di sicurezza in tutti gli ospedali italiani e la soluzione attuata a Vibo Valentia potrebbe essere imitata.
Vignette sui militari all’ospedale Jazzolino
La scia di immagini satiriche sui militari a presidio dell’ospedale Jazzolino lascia l’amaro in bocca da qualsiasi profilo la si voglia guardare. C’è, intanto, una profonda difficoltà degli operatori sanitari e dunque una mancanza di rispetto nei confronti di questi lavoratori e delle loro rispettive famiglie. Speriamo quindi che la presenza dell’Esercito Italiano sia capace, come in tutti gli altri casi analoghi, di portare serenità e calmare le paure a causa delle aggressioni.
Nonostante questo sia il primo obiettivo, visto che spesso la sola presenza dell’Esercito Italiano è un efficace deterrente contro le violenze e la criminalità, i nostri militari vengono dipinti come intimidatori. Ci sarebbe da riflettere molto sui preconcetti di una parte della popolazione, che invece di stupirsi per la gravità della situazione – aggressioni al personale sanitario sempre più frequenti e brutali – tanto da richiedere l’intervento dell’Esercito Italiano, palesa timore.
Ci riferiamo a una parte delle immagini che stanno diventando virali sui social network, perché altre hanno un contenuto molto diverso. Si passa da un opposto all’altro, ridicolizzando l’impiego dei militari, mostrati in tenuta da combattimento a sottolineare una presunta sproporzione rispetto alle necessità.
Insomma, in un modo o nell’altro si mina l’essenza stessa dell’Esercito Italiano, difensore non soltanto della sicurezza ma ancora prima della democrazia e della libertà della nazione, senza cui non ci potrebbe essere nulla, né la sanità né tanto meno la satira. Comprendiamo un po’ di stupore, anche se ormai da tempo l’Esercito collabora alla sicurezza territoriale, ma non accettiamo la lesione della rispettabilità dei militari, che peraltro potrebbe essere perseguibile legalmente.