Un ulteriore passo avanti è stato compiuto nell’iter verso l’approvazione della Legge sui Sindacati militari che, di qui a poco, porterà alla concretizzazione di un importate e fondamentale avamposto di tutela dei diritti delle donne e degli uomini della Forza Armata.
I lavori alla Camera dei deputati, già calendarizzati per il mese di marzo, si orienteranno in tal senso, facendo il paio con quelli della V Commissione Bilancio che ha già dato, nei giorni scorsi, parere favorevole.
Un consenso atteso da molti che oltre a rendere sempre più vicino l’esito, chiarisce alcuni punti:
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- Istituzione di un’area negoziale per anche per i dirigenti delle Forze Armate e di Polizia ad ordinamento militare;
- Attuazione del citato principio e criterio direttivo;
- Controllo ogni tre anni da parte dei ministri competenti che le associazioni sindacali rispettino i princìpi che ne hanno sancito la costituzione.
Tali disposizioni, inserite in “Norme sull’esercizio della libertà sindacale del per- sonale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo”, non comporteranno un ulteriore aggravio di spesa per la funzione pubblica.
Un risultato di gruppo, forte di quella sinergia tra delegati e Onorevoli che hanno inteso che il personale militare necessita di un nuovo istituto di tutela autonomo. Alla luce del mutato scenario, alla Forza Armata non basta più la Rappresentanza militare, nata nel 1978, ma occorre un deciso passo avanti.