Nel corso delle ultime ore, un problema imprevisto ha coinvolto alcuni militari dell’unità italiana in approntamento per la missione EUTM-Somalia.
Nel dettaglio, durante i preparativi per la partenza, alcuni di loro hanno riscontrato un difetto significativo negli stivaletti da combattimento e servizio desertici a loro forniti: le suole si sono lesionate già prima dell’impiego sul campo. Questo imprevisto ha generato non solo disagio tra i militari, ma anche preoccupazioni riguardanti la loro sicurezza e operatività durante la missione.
La questione è stata prontamente segnalata ad ASPMI, la quale ha immediatamente preso in carico la situazione adoperandosi per la risoluzione del problema. Il nostro approccio è sempre stato chiaro e diretto: agire prontamente, piuttosto che lamentarsi pubblicamente senza proporre soluzioni concrete.
Così, senza perdere tempo, ASPMI ha segnalato il problema al Comando Commissariato dell’Esercito Italiano, che ha subito messo in atto le procedure necessarie per risolvere la questione.
Il Comando, riconoscendo la gravità della situazione e l’urgenza della missione, ha agito immediatamente per garantire che i militari possano disporre di calzature adeguate alla missione. Dopo aver preso in esame la segnalazione, il Comando ha quindi autorizzato la sostituzione degli stivaletti difettosi con materiale integro, evitando così ulteriori rischi operativi. L’analisi tecnica ha evidenziato che il difetto è dovuto probabilmente a un processo chimico chiamato idrolisi, che ha compromesso il poliuretano utilizzato nelle suole degli stivaletti.
Oltre alla sostituzione del materiale danneggiato, il Comando Commissariato ha avviato un’indagine approfondita per raccogliere informazioni analitiche e determinare se si tratta di un caso isolato o se il problema è diffuso, così da prevenire futuri inconvenienti simili.
Questo episodio dimostra l’importanza di un’azione tempestiva e coordinata per il benessere del personale militare. ASPMI ha sempre sostenuto che la priorità è risolvere i problemi che incidono sulla sicurezza e sull’efficienza operativa dei nostri militari, piuttosto che cercare consensi attraverso semplici denunce pubbliche.
È nostro dovere, come tra l’altro dell’Amministrazione ovviamente, garantire che episodi come questo non si ripetano, affinché i nostri soldati possano operare in sicurezza e con la massima efficacia nelle missioni all’estero, come pure ovviamente sul territorio nazionale.