Ci sono colleghi che ritengono che l’iscrizione a un Associazione professionale a carattere sindacale tra militari possa essere malvista dall’Amministrazione e per questo motivo decidono di evitare. Ciò nasce dalla credenza secondo cui le Istituzioni sarebbero contrarie alla rappresentanza sindacale e che per questo motivo tendono a sfavorire coloro che scelgono di tesserarsi. Ebbene, fermo restando che una tale discriminazione comporterebbe una chiara violazione dei principi costituzionali, va detto che si tratta di una vera e propria bufala che è bene smentire una volta per tutte.
In questi mesi, infatti, i vertici dell’Amministrazione militare si sono espressi più volte in favore del progetto che ha portato alla nascita delle Associazioni sindacali a carattere militare, con attestati di stima e inviti al proselitismo, consigliando al personale di prendere in seria considerazione l’opportunità di iscriversi così da godere di una tutela che per troppo tempo ci è stata negata.
L’ultima, in ordine cronologico, chiara manifestazione d’interesse è arrivata dal Comandante Logistico dell’Esercito Italiano – Generale di Corpo d’Armata Mauro D’Ubaldi – pubblicata all’interno del bimestrale “Logistica News”.
Il Generale D’Ubaldi riconosce l’importanza delle Associazioni sindacali a carattere militare
Come prima cosa è importante sottolineare che il Generale Mauro D’Ubaldi da febbraio a giugno 2021 ha svolto le funzioni di Capo di Gabinetto del Ministero della Difesa, proprio in quei mesi in cui si è lavorato per arrivare alla definizione della Legge n. 46 del 2022.
Si tratta, quindi, di uno dei massimi esperti dell’argomento ed è per questo che il suo parere assume una maggiore rilevanza.
Nel dettaglio, nel suo articolo pubblicato nel bimestrale – che potete consultare integralmente in coda alla pagina – D’Ubaldi si dice consapevole che questo nuovo istituto (il sindacato militare, ndr) può apparire in prima analisi “lontano dalla sensibilità di molti colleghi, specie di quelli appartenenti alle generazioni più anziane”, ma ciò non toglie che sia “responsabilità, e anzi dovere di tutti guardare alle APCSM con spirito aperto, maturo e costruttivo, in quanto strumento imprescindibile di tutela della condizione militare”.
Il Generale, che noi di ASPMI ringraziamo per un intervento che va a smentire definitivamente gli ultimi pregiudizi sulle Associazioni sindacali a carattere militare, ritiene quindi che sia doveroso un “approccio professionalmente equilibrato” perché solo in questo modo si arriverà alla “corretta comprensione dell’importanza e del valore di uno strumento di rappresentanza che ci riguarda tutti, indipendentemente dal ruolo, dall’anzianità di servizio o dal livello gerarchico d’inquadramento”.
No alle fake news
Abbiamo lottato tanto per passare dalla rappresentanza al sindacato, acquisendo così strumenti di cui prima non disponevamo: adesso che grazie alla Legge n. 46 del 2022 la distanza rispetto agli altri lavoratori è stata colmata non dobbiamo perdere tempo ostacolando il consolidamento delle nuove realtà sindacali con quelle che sono delle vere e proprie fake news.
Perché così come non è vero che l’Amministrazione non vuole i sindacati, non è assolutamente vero che “il sindacato guarda ai propri interessi” (come troppo spesso ci è capitato di ascoltare). Lo stesso D’Ubaldi ha infatti sottolineato che l’attività dei sindacati militari “non può e non deve essere immaginata come veicolo di interessi specifici di individui o di singole categorie”, in quanto assicura e salvaguarda “la rappresentatività dell’intera popolazione con le stellette”.
C’è un ulteriore passaggio dello scritto firmato dal Generale D’Ubaldi che è bene sottolineare: la buona riuscita dell’intero progetto non dipende solo dalle Associazioni, ma dallo stesso personale. Ognuno sarà responsabile: solo così potremo avere “APCSM efficienti, serie, preparate, in grado di difendere al meglio la totalità degli interessi della comunità militare, in piena consonanza con i principi di lealtà e correttezza istituzionale”.
L’appello ai Comandanti
Il Comandante Logistico dell’Esercito Italiano si è poi rivolto ai Comandanti, chiedendo loro di dare adeguata attenzione alla crescita delle Associazioni sindacali a carattere militare in quanto gli organi che saranno chiamati a tutelare in tutte le sedi previste le “istanze relative agli interessi dell’intera comunità militare”.
I Comandanti in particolare, infatti, avranno il compito di agire affinché il processo di consolidamento delle APCSM possa svilupparsi secondo “dinamiche sane, trasparenti, ispirate alla lealtà nei confronti dell’Istituzione e dei principi che la sorreggono”.
Serve dunque l’impegno di tutti: raggiungere l’obiettivo finale rivestirà una “rilevanza strategica per la Forza Armata”, in quanto “motore di miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del personale dell’Esercito e funzionale alle esigenze di una Forza armata moderna, efficiente e coesa”.