Operazione Strade Sicure: il commento di ASPMI sulla proposta di legge per il riconoscimento dello status di pubblici ufficiali

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Per arrivare alla piena ed effettiva tutela dei militari dell’Esercito Italiano c’è una strada ancora lunga da percorrere.

Come ASPMI ci impegniamo verso questo traguardo, cercando di valorizzare le specifiche necessità del personale. Per i militari impiegati nell’Operazione Strade Sicure la situazione è decisamente particolare, in quanto impegnati in circostanze differenti rispetto alle abituali mansioni dell’Esercito Italiano. Nei compiti di sicurezza e sorveglianza, infatti, il personale lavora fianco a fianco con il personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, esposto così ad analoghi rischi e pericoli. Oggi, la definizione giuridica dei militari in servizio presso l’Operazione Strade Sicure non è del tutto chiara. In tal proposito, non possiamo che cogliere con favore la proposta di legge per colmare questo vuoto.

La Commissione Difesa sta ora valutando la proposta di legge del 12 marzo 2024 d’iniziativa dei deputati Padovani, Vietri, Amich, Ciaburro, La Salandra, Maerna, Maiorano, Malaguti, Polo e Raimondo guidati da Chiesa. Come ASPMI ci teniamo a esprimere la massima gratitudine per questa attenzione ai diritti del personale militare, ben consapevoli delle criticità che è chiamato ad affrontare insieme alle forze dell’ordine durante l’Operazione Strade Sicure.

Quest’ultima rappresenta un contributo estremamente valido per la sicurezza delle città italiane e il lavoro dell’Esercito si sta rivelando sempre più cruciale per raggiungere questo obiettivo. A maggior ragione bisogna impegnarsi affinché possa proseguire nel migliore dei modi, senza pregiudicare l’incolumità e i diritti del personale.

Militari di Strade Sicure come pubblici ufficiali

La proposta di legge portata avanti dal deputato Paola Maria Chiesa mostra grande interesse per il personale militare, riconoscendo i rischi e i pericoli a cui si espone nello svolgimento delle funzioni dell’Operazione Strade Sicure. Ovviamente, i militari dispongono della preparazione e delle competenze per far fronte alle varie eventualità possibili. In tutti questi anni si stanno dimostrando un apporto sempre più importante per lo svolgimento delle attività in collaborazione con le Forze dell’ordine, grazie anche all‘addestramento fisico e alle tecniche di combattimento. D’altro canto, la mancanza di chiarezza nella definizione del ruolo da loro ricoperto espone i militari a maggiori rischi, non godendo infatti delle tutele previste per i pubblici ufficiali.

La proposta di legge si inserisce proprio in questo senso, puntando a colmare la lacuna e offrendo una definizione chiara e incontrovertibile nella normativa che regola l’Operazione. L’obiettivo è infatti riconoscere ai militari impegnati nell’Operazione Strade Sicure come agenti di pubblica sicurezza lo status di pubblici ufficiali. Questo chiarimento permetterebbe da una parte di disincentivare i comportamenti offensivi e violenti ai loro danni, ma anche di restituire ai cittadini un quadro chiaro e ben coerente.

Proprio per questo motivo siamo molto soddisfatti dell’iniziativa, sempre riconoscenti per ogni tipo di impegno volto a migliorare le condizioni di lavoro del personale militare. Prendiamo anche atto del fatto che l’impegno dell’Esercito Italiano nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure viene effettivamente riconosciuto e apprezzato dalla politica, visti anche i risultati raggiunti. Il cambiamento che si prospetta non è ovviamente estremo, tanto che nella quotidianità dei militari non dovrebbero essere notate grandi differenze.

Dovremo piuttosto assicurarci, qualora la proposta di legge trovi compimento, che il personale sia adeguatamente informato dei diritti e anche dei doveri correlati al nuovo status di pubblico ufficiale. In ogni caso, come ASPMI stiamo lavorando a progetti ulteriori per tutelare in tutto e per tutto il personale dell’Operazione Strade Sicure e non solo. La nostra attenzione alle difficoltà alloggiative, che ci vede impegnati soprattutto a causa dell’anno giubilare, è soltanto uno dei temi su cui ci stiamo concentrando. Auspichiamo infatti a misure più ampie e definite, che permettano concretamente al personale militare di difendere il proprio benessere e la propria incolumità. La proposta di legge in esame, chiaramente, non può soddisfare tutte le nostre pretese in tal senso, per quanto segno di interesse e disponibilità ad agire.