È stato approvato anche al Senato – dopo la votazione positiva di qualche giorno fa alla Camera dei Deputati – il progetto di legge di conversione del decreto legge n. 72 del 22 giugno 2023, il cosiddetto decreto Pa2 con il quale sono state affrontate questioni urgenti riguardanti le pubbliche amministrazioni, l’agricoltura, lo sport, il lavoro e l’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025.
Un provvedimento che come noi di ASPMI lamentavamo qualche giorno fa manca di alcune importanti tutele per il personale dell’Esercito italiano visto che si poteva cogliere l’occasione per destinare più risorse alla Forza Armata così da poterle utilizzare per attuare misure per la tutela del personale. In questo spazio, però, vogliamo risaltare gli aspetti positivi di questo provvedimento, in particolare per l’approvazione dell’emendamento che parifica i titoli professionali conseguiti durante la ferma nelle Forze Armate.
Una novità che, come avremo modo di approfondire di seguito, è molto importante nell’ottica della realizzazione di un nuovo modello Difesa. Come più volte noi di ASPMI abbiamo sottolineato, infatti, serve partire dal rendere il reclutamento nelle Forze Armate il più attrattivo possibile: d’altronde esperienze recenti – vedi la Germania – ci dicono che la divisa sta perdendo appeal nei confronti delle giovani leve.
Per questo motivo, se vogliamo realizzare un modello Difesa che rappresenti un’eccellenza per il nostro Paese, tanto da poterlo esportare all’estero, bisogna partire proprio da misure di questo tipo che rappresentano un passo in avanti importante.
Ricordiamo però al Ministro della Difesa che si poteva – e doveva – fare di più: anche perché è importante sottolineare che l’emendamento in oggetto – fortemente sostenuto da ASPMI – non è di matrice governativa. Prenda esempio quindi da una tale iniziativa per capire qual è la direzione che bisogna prendere per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Cosa prevede l’emendamento sulla parificazione dei titoli
In fase di conversione del decreto PA2 è stata approvata un’importante modifica per quei corsi di formazione e perfezionamento professionale, gestiti dal Ministero della Difesa, rivolti al personale militare in servizio che riguardano argomenti attinenti alle esigenze organizzative interne.
La novità prevede che quei corsi che forniscono abilitazioni sulla sicurezza sul lavoro o competenze relative a professioni non regolamentate da ordini o collegi professionali verranno inclusi nel repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali.
Questo significa che i corsi professionalizzanti offerti dal Ministero della Difesa ai militari saranno riconosciuti anche a livello civile. Di conseguenza, il personale militare – in particolare i Volontari in ferma prefissata congedati al termine del servizio – potrà utilizzare tali titoli per agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro.
Ciò sarà particolarmente vantaggioso per quei militari che non proseguono la carriera in servizio permanente e che non vengono assorbiti dalle Forze di polizia o dai Vigili del fuoco. Oltre a rappresentare un’esperienza di vita importante, quindi, il reclutamento – seppure non porterà a uno sviluppo di carriera nelle Forze Armate e di Polizia – potrà essere considerato anche come un’occasione per arricchire il proprio Curriculum Vitae e avere maggiori garanzie lavorative.
Parificazione dei titoli, un’importante dimostrazione del Parlamento
L’approvazione del suddetto emendamento è importante non solo per le conseguenze in ambito formativo ma anche perché ci dà un chiaro segnale rispetto all’attenzione che il Parlamento nutre nei confronti del nuovo modello Difesa.
Ma bisogna essere consapevoli – e su questo punto chiediamo l’attenzione del Ministro della Difesa Guido Crosetto – che si tratta solamente di un primo passo. Le prossime misure – che dovranno puntare all’attuazione di istituti con cui abbassare l’età media del personale – dovranno andare in questa direzione con lo scopo di garantire un’elevata professionalità, tutelandone la specificità, del personale dell’Esercito italiano.