I militari, come molti altri lavoratori, riceveranno quest’anno (precisamente il 13 dicembre) una tredicesima di importo netto inferiore rispetto al normale stipendio mensile.
Non si tratta di un errore, bensì del risultato di una serie di fattori concomitanti che si traducono in una gratifica natalizia meno vantaggiosa per il personale. Le attuali regole sulla tassazione, nel dettaglio, generano un’importante differenza tra gli importi netti dello stipendio e della tredicesima mensilità, contribuendo spesso alla delusione dei lavoratori che attendono questa occasione per fronteggiare varie spese.
Problematiche che il bonus Natale da 100 euro recentemente introdotto dal governo riesce a colmare soltanto parzialmente, essendo destinato a una platea molto ristretta di lavoratori. Appare quanto mai evidente la necessità di interventi più ampi per garantire un sostegno economico adeguato ed equo a tutti i lavoratori, in particolar modo durante periodi delicati come quello delle festività natalizie.
Perché la tredicesima è (ancora) più bassa rispetto allo stipendio
Non certo per la prima volta nel 2024 gran parte dei lavoratori dipendenti riceverà una tredicesima di valore inferiore rispetto allo stipendio mensile. Un disequilibrio che non è immediatamente evidente, in quanto gli importi lordi sono pressoché simili: è sul netto, invece, che si crea la disparità.
Le differenti regole di tassazione e contribuzione tra lo stipendio e la gratifica natalizia penalizzano quest’ultima, quest’anno in maniera ancora più incisiva. Lo sgravio contributivo previsto dal governo per i redditi fino a 35.000 euro, innanzitutto, si applica esclusivamente su 12 mensilità. Considerando che nel 2023 lo sgravio contributivo era stato applicato anche alla tredicesima, seppur ridotto al 2%, per il 2024 la differenza con lo stipendio si fa maggiore, visto che è automaticamente applicata l’aliquota maggiore.
La tredicesima mensilità è inoltre soggetta a un carico fiscale maggiore, poiché non sono applicabili le detrazioni da lavoro dipendente e quelle e per i familiari a carico. Tutti i miliari, e in generale tutti i lavoratori, che beneficiano delle detrazioni sullo stipendio mensile avranno quindi una sorpresa ancora più spiacevole.
Il bonus Natale 2024 confermato dal governo Meloni riesce solo parzialmente a limitare il disagio dei lavoratori e in particolare dei militari, peraltro privi dell’incremento straordinario dell’indennità di vacanza contrattuale che nel dicembre 2023 aveva in parte compensato le difficoltà. L’aiuto economico, decisamente apprezzabile nel momento delle festività natalizie, è rivolto ai lavoratori con redditi complessivi non superiori a 28.000 euro e almeno un figlio a carico, sempre che abbiano un’imposta lorda superiore alla detrazione spettante.
Si tratta di un sostegno che potrà concretamente alleggerire le spese di alcune famiglie, ma per l’appunto si rivolge a un gruppo molto circoscritto di destinatari. Il distacco tra stipendio e tredicesima non è colmato dal bonus, che comunque arriva fino a 100 euro, ma è quanto meno diminuito.
Per il personale delle Forze Armate, tuttavia, risulta particolarmente difficile rientrare nelle condizioni previste, non potendo così usufruire del beneficio.
La differenza tra l’importo netto della tredicesima e quello dello stipendio, inoltre, è tanto maggiore quanto l’importo della retribuzione è elevato. Ne consegue una notevole disparità per i redditi medio-alti, in cui rientra una larga fetta del personale militare, non certo privo di grandi difficoltà di natura economica. Per questa ragione ribadiamo l’assoluta opportunità di intervenire in modo strutturale per sostenere una platea più ampia di lavoratori e famiglie, anche all’insegna di un principio di equità. In ogni caso, ASPMI resta a disposizione per qualsiasi problema e chiarimento, attraverso il nostro servizio gratuito di consulenza sul trattamento economico.