Sembra, ed è bene usare il condizionale poiché siamo ancora nell’ambito delle indiscrezioni, che con la Legge di Bilancio 2025 ci sarà finalmente una maggiore attenzione verso i redditi medi.
Ne ha parlato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, il quale, in un’intervista rilasciata al Messaggero, ha espresso la sua convinzione che le tasse per la classe media, di cui fa parte gran parte di coloro che prestano servizio nell’Esercito Italiano, sono “troppo alte”. Per questo motivo, si sta valutando come ridurre ulteriormente la pressione fiscale.
Gli interventi approvati negli anni scorsi, infatti, hanno prevalentemente favorito i redditi più bassi, come nel caso del taglio del cuneo fiscale, limitato a coloro che percepiscono un salario lordo fino a 2.692 euro, escludendo così molti militari.
Nonostante un salario che, al pari di quello di altri lavoratori italiani, ha subito un’elevata svalutazione con conseguente perdita del potere d’acquisto (solo parzialmente recuperabile in fase di contrattazione), il Governo ha spesso escluso chi guadagna sopra una certa soglia dai propri interventi. Questo ha lasciato sole migliaia di famiglie che, nonostante redditi più elevati, hanno comunque incontrato difficoltà a far fronte agli aumenti di bollette, mutui e altri beni e servizi.
Prendiamo atto che, dopo una fase iniziale di “emergenza”, in cui il Governo ha preferito concentrarsi su chi percepisce meno, ora si guardi ai redditi appartenenti alla fascia media.
In questo senso, ben vengano misure come il possibile taglio dell’aliquota IRPEF del secondo scaglione, quello che include i redditi tra i 28.000 e i 50.000 euro, che potrebbe passare dal 35% al 33%. Tale operazione garantirebbe un risparmio annuo di 440 euro, 700 euro complessivi se si considerano anche i risparmi ottenuti dall’accorpamento, già in vigore nel 2024, del primo e secondo scaglione con aliquota unica al 23%.
Allo stesso modo, auspichiamo un potenziamento della detassazione della tredicesima, una misura che al momento dovrebbe riguardare soltanto chi ha un reddito fino a 28.000 euro (oltre ad avere coniuge e figli a carico), con il riconoscimento di un bonus di 100 euro nella busta paga di gennaio.
Il vice ministro Leo non ha escluso che i requisiti per questo bonus possano essere rivisti: bene, iniziamo fin da subito a estendere i vantaggi della riforma fiscale anche a coloro che, pur guadagnando di più, non vedono i loro redditi allineati al costo della vita, che è cresciuto significativamente negli ultimi anni.
Contestualmente, sarà necessaria maggiore attenzione nei confronti dei militari delle Forze Armate. Sempre in ambito fiscale si potrebbero prevedere misure volte a sostenere il loro potere d’acquisto, come la detassazione dei compensi accessori, una proposta che la Rete Sindacale Militare ha avanzato già all’inizio della contrattazione, al fine di massimizzare i vantaggi economici derivanti dal rinnovo del contratto.