L’articolo 18 della Legge di Bilancio 2025 presentata in Parlamento introduce alcune misure relative al trattamento accessorio del personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia, ma è fondamentale chiarire che queste previsioni non rispondono alle richieste che come ASPMI abbiamo avanzato nelle scorse settimane.
La nostra priorità rimane quella di essere inclusi nello stanziamento di 100 milioni di euro per incrementare le ore di lavoro straordinario pagabili al personale. Uno stanziamento che, nella prima bozza non includeva, senza apparente ragione, l’Esercito Italiano. Riteniamo questa esclusione non solo ingiusta, ma anche gravemente inadeguata rispetto alle reali esigenze operative del personale militare.
Cosa prevede l’articolo 18 della Legge di Bilancio 2025
L’articolo 18, invece, si concentra sull’incremento delle risorse destinate ai trattamenti accessori. In particolare, prevede che le risorse destinate ai trattamenti accessori del personale dipendente delle amministrazioni pubbliche possano essere incrementate rispetto ai livelli del 2024. Tuttavia, questo incremento è vincolato a criteri e modalità che dovranno essere stabiliti nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2022-2024. Per quanto riguarda le Forze Armate, viene stanziata una somma di 16,67 milioni di euro, che si aggiunge a risorse destinate ad altri corpi come la Polizia di Stato (12,34 milioni), l’Arma dei Carabinieri (13,91 milioni), la Guardia di Finanza (7,82 milioni) e il Corpo della Polizia Penitenziaria (4,56 milioni).
Tale stanziamento, sebbene rappresenti un punto di partenza, non può essere considerato sufficiente per risolvere le problematiche economiche e organizzative che riguardano il personale militare. Dividendo 16,67 milioni tra le tre Forze Armate ci ritroveremo con un contributo che appare del tutto esiguo, soprattutto se rapportato alle sfide e ai carichi di lavoro che affrontano quotidianamente i nostri militari. Come ASPMI, non possiamo fare a meno di sottolineare che questa cifra è minima e non rappresenta un reale passo avanti nella valorizzazione del personale.
L’importanza delle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari
È evidente che ora, con la contrattazione collettiva in corso, toccherà alle Associazioni che siedono al tavolo negoziale trovare il modo più efficace di utilizzare queste risorse. L’obiettivo deve essere quello di massimizzare il beneficio per il personale, nonostante i limiti evidenti dei fondi stanziati. Tuttavia, siamo consapevoli che, anche se ben gestiti, questi 16,67 milioni difficilmente potranno rispondere in maniera soddisfacente alle necessità di chi opera in condizioni spesso difficili, sia in patria che all’estero.
La nostra battaglia, dunque, non si ferma qui. Continuiamo a chiedere con forza un incontro con il Presidente del Consiglio, perché solo attraverso un dialogo diretto possiamo portare avanti le nostre istanze e ottenere le risposte che il personale militare merita. Il riconoscimento economico, infatti, non può essere ridotto a cifre minime che non tengono conto della specificità e della complessità del lavoro svolto dalle Forze Armate.
Fermo restando che, come ASPMI, decideremo se firmare l’accordo solo dopo aver valutato attentamente tutte le risorse messe realmente a disposizione, ribadiamo la necessità di un intervento più incisivo.
La nostra posizione è chiara: solo quando avremo ottenuto il miglior accordo possibile, sulla base delle risorse disponibili, potremo prendere una decisione definitiva. Fino a quel momento, continueremo a lavorare affinché l’Esercito Italiano e il personale militare ricevano il rispetto e il sostegno economico che meritano.