Protezione sanitaria contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti, nuova vittoria di ASPMI

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ASPMI ottiene una nuova vittoria nella tutela dei diritti dei militari grazie alla recente integrazione della “Guida tecnica in materia di licenze, permessi e riposi in godimento al personale militare” del Ministero della Difesa. 

Da tempo, ASPMI, insieme al SIM Marina, ha formalmente richiesto la modifica dello specchietto B, allegato 1, della Circolare Persomil M_D AB05933 REG2023 0332943, con particolare riferimento alle licenze per protezione sanitaria contro i pericoli da radiazioni ionizzanti, come pure il computo degli anni di laurea nel calcolo della licenza ordinaria.

La richiesta di ASPMI mira a chiarire la fruizione di tali licenze, soprattutto per quei militari esposti a radiazioni ionizzanti in “zona controllata”. La giurisprudenza aveva, infatti, già sottolineato l’importanza della protezione sanitaria per questi soggetti, riconoscendo la loro esposizione a rischi significativi. Le norme giuridiche e i chiarimenti della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione hanno chiaramente stabilito che i lavoratori esposti hanno diritto a ferie aggiuntive, finalizzate al recupero biologico, soprattutto per prevenire i danni derivanti dall’esposizione a radiazioni.

Adesso, dopo un gran numero di richieste, il Ministero della Difesa ha finalmente ufficializzato una modifica sostanziale: i militari classificati in categoria “A” e “B”, operanti in zona controllata, potranno fruire della licenza sanitaria in modo frazionato, mantenendo il divieto di esercizio professionale durante tale periodo. Questa nuova disposizione rappresenta una significativa evoluzione in termini di tutele per i militari e conferma l’impegno di ASPMI nel migliorare le condizioni di lavoro e di salute del personale delle Forze Armate.

Ancora una volta, l’ennesima nelle ultime ore, ASPMI ha dimostrato di essere in prima linea nella difesa dei diritti di ogni militare, indipendentemente dal settore di impiego, lavorando senza sosta per garantire una maggiore equità e sicurezza nei confronti di chi serve il Paese, specialmente quando operano in contesti ad alto rischio per la loro salute.

Tuttavia, non ci fermiamo qui. Continuiamo a batterci per il riconoscimento degli anni di laurea nel calcolo della licenza ordinaria come servizio effettivamente prestato. Il quadro normativo, che include riferimenti al Decreto Legislativo 66/2010 e al DPR 1092/1973, riconosce chiaramente il diritto per gli Ufficiali, il cui arruolamento richiede una laurea, a computare gli anni universitari nel calcolo dell’anzianità di servizio. Questa disposizione, sebbene chiara, richiede ancora un’applicazione estesa e omogenea per tutto il personale militare laureato.