Durante l’incontro del 30 settembre per il rinnovo del contratto, dove ASPMI siede in rappresentanza del personale contrattualizzato con l’obiettivo di far riconoscere le migliori tutele possibili, questa Associazione è intervenuta anche in tutela dei dirigenti dell’Esercito Italiano.
Come abbiamo più volte sostenuto, infatti, la nostra tutela vale per tutto il personale dell’Esercito Italiano, dal Graduato al Dirigente. Ma d’altronde siamo una delle poche Associazioni professionali a carattere sindacale tra militare a poterlo fare avendo superato la soglia di rappresentatività tanto per il personale contrattuale che per l’area dirigenziale. Anzi, considerando entrambe le parti, possiamo affermare di essere il primo sindacato rappresentativo di tutto l’Esercito.
Alla luce di questo importante onere che grava sulle nostre spalle, abbiamo colto l’occasione della riapertura della contrattazione per chiedere di fare presto con l’avvio dell’area negoziale dirigenziale. Il trattamento economico accessorio dei dirigenti è infatti fermo al 2018 e mai come adesso è il momento di fare in fretta.
Bisogna agire al più presto per evitare il ripetersi di alcuni paradossi. Succede ad esempio che se oggi un Capitano percepisce un’indennità in quanto contrattualizzato, questa cessa di essere riconosciuta in caso di passaggio a Maggiore. Solo con l’avvio dell’area negoziale si potrà procedere dando continuità ad alcune importanti indennità, assicurandoci così che il passaggio come dirigente non penalizzi il militare.
Prima di avviare l’area negoziale bisogna però correggere le attuali norme. Dal momento che si discuterà per il triennio 2018-2020, infatti, al momento non è prevista la partecipazione delle APCSM al tavolo, a differenza invece dei sindacati delle Forze di Polizia a ordinamento civile. Il che rappresenterebbe l’ennesima sperequazione ai danni delle Forze Armate, la quale sarebbe inaccettabile.
In risposta al nostro intervento abbiamo comunque ricevuto rassicurazioni sul fatto che questa stortura sarà risolta in tempo per l’avvio dell’area negoziale, permettendo così a coloro che hanno superato la soglia di poter sedere al tavolo anche per il triennio suddetto.