Francesco Gentile, delegato CO.CE.R., ha fatto chiarezza sugli arretrati contrattuali riferiti agli anni 2019 e 2020. Secondo alcune indiscrezioni di un altro delegato del CO.CE.R. infatti gli arretrati sarebbero stati usati per colmare il restante dell’indennità pagata a luglio (FESI).
Gentile però smentisce la possibilità che i fondi per il rinnovo dei contratti possano essere usati per pagare l’ultima parte del FESI, perché questi emolumenti non sono strutturali (ovvero ripetibili nel tempo) e quindi non possono essere devoluti al Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali relativa all’anno 2020.
Le risorse del 28% che saranno elargite con il FESI, scrive ancora Gentile, derivano dall’acconto dei 210 milioni per gli anni 2019-2020 e 2021. Questo fondo di 210 milioni, qualora la concertazione non si fosse chiusa entro il 30 giugno di ciascuno degli anni indicati, come effettivamente è stato, sarebbe stato devoluto al FESI.
Tra poco si dovrebbe discutere dei rinnovi dei contratti per il triennio 2022-2024, ma ancora oggi si terranno nuovi incontri per il rinnovo dei contratti 2019-2021.
In presenza di questo ritardo, iniziano a sovrapporsi i comunicati e questo potrebbe generare della confusione. Francesco Gentile, delegato CO.CE.R., ieri mattina ha pubblicato un chiarimento rispetto proprio al rinnovo del contratto ’19-’21.
Gentile riporta la nota di un altro delegato CO.CE.R. sugli arretrati contrattuali 2019 e 2020 che sembrerebbero dover colmare il restante del FESI (Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali) previsto in busta paga questo dicembre. Per il FESI non si hanno ancora notizie aggiornate, in quanto lo spacchettamento delle risorse è stato firmato da pochi giorni.
Per questo Gentile smentisce la notizia e fa chiarezza nel moltiplicarsi delle informazioni dopo mesi di discussioni ai tavoli per il rinnovo dei contratti 2019-2021.
Gentile ricorda che gli arretrati 2019-2020 non sono importi strutturali (ovvero ripetibili nel tempo) e per questo non possono essere devoluti al FESI. “Possono essere spalmati sui parametri e sull’importo aggiuntivo pensionabile solo per gli anni in esame oppure devoluti in una unica quota al personale”, sottolinea il delegato della Rappresentanza Militare.
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