Rinnovo del contratto, settembre mese fondamentale. Ecco cosa farà ASPMI

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A settembre riprendono le trattative per il rinnovo di contratto: ASPMI, come abbiamo avuto già modo di spiegare, ha tutta l’intenzione di andare avanti con il confronto almeno fino a quando ci sarà spazio per intervenire e raggiungere traguardi vantaggiosi per il personale militare e le loro famiglie. 

Dopodiché, alla fine dei lavori decideremo se l’accordo raggiunto è soddisfacente, e quindi merita della firma della nostra Associazione, oppure no, fermo restando che comunque l’Amministrazione può procedere anche senza il consenso dei sindacati.

Rinnovo di contratto, a settembre importanti sviluppi

Settembre è un mese chiave, intanto perché si entrerà nel vivo delle discussioni nei tavoli tecnici, dove ASPMI sta lavorando incessantemente per far passare alcune proposte che riteniamo essere fondamentali. Iniziando dall’individuare la migliore soluzione possibile per far sì che l’aumento di stipendio sia di almeno 100 euro netti per un livello base (ricordiamo che stiamo partendo da un lordo di circa 130 euro). 

Dopodiché ci sono proposte che abbiamo avanzato per migliorare le condizioni di lavoro dei nostri militari. In particolare riteniamo che ci siano gli elementi per procedere con l’estensione del telelavoro, consentendo ai militari di lavorare da casa laddove ciò sia possibile, con tutti i vantaggi del caso. 

Una soluzione che sarebbe d’aiuto per risolvere il problema dell’eccessivo pendolarismo, come pure per quando con le operazioni di trasferimento non si riesce ad accontentare tutti. Con il ricorso al telelavoro, infatti, un militare trasferito in altra sede potrebbe comunque svolgere il proprio lavoro – se non sempre, almeno quei periodi dell’anno in cui la presenza in caserma non è strettamente necessaria – dal proprio indirizzo di residenza. 

E ancora, stiamo lavorando per misure per il sostegno della genitorialità: dall’estensione della licenza straordinaria di congedo parentale fino ai 12 anni del figlio all’esonero della sovrapposizione dell’orario di servizio. Come pure per l’estensione dell’esonero dal turno notturno anche per i familiari con disabilità non grave, come da corretta interpretazione della Legge 104 del 1992.

Per noi la famiglia è un bene che va assolutamente tutelato. Il fatto che in questa concertazione le discussioni sulla parte normativa avvengono contestualmente a quelle della parte economica ci danno un’importante possibilità di intervenire a sostegno della genitorialità, facendo sentire la nostra voce anche su quegli aspetti che la Legge n. 46 del 2022 non mette chiaramente tra gli ambiti di competenza sindacale. 

Inoltre ci batteremo per riconoscere un’indennità al personale che presta servizio nelle Città d’Italia ad alto costo della vita e per il personale che presta attività di rappresentanza al quale non può essere concesso altro tipo di trattamento economico accessorio considerato il loro alto impiego istituzionale

L’incontro con il Presidente Meloni

Dopodiché, a settembre avremo maggiore chiarezza su quali sono le risorse a disposizione per la parte economica. Fermo restando che l’aumento dello stipendio tabellare resterà del 5,78% per tutta la Pubblica amministrazione (la legge non consente alcuna differenziazione tra i Comparti), siamo in attesa di capire quanti soldi ci sono per intervenire sul salario accessorio. 

Tutto dipenderà dall’incontro che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrà tenere con le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, un confronto più volte richiesto dalla Rete sindacale militare di cui ASPMI fa parte, tanto che – come confermato dal segretario generale Francesco Gentile – l’abbiamo persino posta come pregiudiziale al tavolo. O Meloni ci incontra, quindi, o non sarà neppure possibile discutere di un accordo per la parte economica dal momento che solo il Presidente del Consiglio può sciogliere le riserve in base alle risorse disponibili per intervenire sul salario accessorio. 

Quelle attualmente stanziate non sono sufficienti: il Governo è disponibile a mettere mano al portafoglio con la Legge di Bilancio 2025 così che per il salario accessorio del personale militare possa esserci un intervento davvero soddisfacente? Nelle prossime settimane avremo la risposta, a partire da qual è davvero l’interesse che il Presidente del Consiglio nutre nei nostri confronti. 

Non abbiamo dubbi sul fatto che al Ministero della Difesa c’è chi tiene davvero al benessere dei militari come dimostrato in diverse occasioni: ma Meloni, che in conferenza stampa ha più volte manifestato solidarietà alle Forze di Polizia “dimenticando” le Forze Armate, ha ancora tutto da dimostrare.