Il lavoro svolto dall’Esercito Italiano è fondamentale per garantire la sicurezza del Paese, sia a livello nazionale che all’estero. Tuttavia, sembra che il benessere del personale in divisa sia stato trascurato e messo in secondo piano dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Ciò emerge dalla discussione in corso alla Camera dei Deputati riguardo al provvedimento “disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 22 giugno 2023, n. 75,” che si occupa di diverse questioni urgenti riguardanti le pubbliche amministrazioni, l’agricoltura, lo sport, il lavoro e l’organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025.
Un emendamento particolarmente rilevante, non di matrice governativa ma fortemente caldeggiato da questa sigla sindacale, si concentra sulla Forza Armata e solca la strada della revisione del modello di difesa. Ed è proprio l’attenzione per questo emendamento che ha portato noi di ASPMI ad analizzare nel dettaglio il provvedimento in esame, facendo luce su diverse modifiche – queste sì di origine governativa – e innovazioni alla parte armamenti della Difesa. Una modifica che probabilmente è orientata verso un’armonizzazione di incarichi e scissione di responsabilità e nei confronti della quale per il momento non vogliamo esprimerci negativamente.
Perché nel provvedimento non si interviene per il benessere dei militari?
Più che attaccare quanto c’è nel testo, vogliamo infatti concentrarci su cosa manca. Ad esempio, un aspetto che richiede immediata attenzione – ma del quale non vi è alcuna menzione nel provvedimento – è la grave situazione dell’equipaggiamento dell’Esercito. Attualmente, i militari sono costretti a pagare di tasca propria per comprare il proprio equipaggiamento poiché i magazzini sono vuoti mentre nelle casse dell’Esercito non ci sono sufficienti risorse finanziarie.
Nonostante lo standard elevato d’impegno e sacrificio dei soldati, come ampiamente riconosciuto dalla politica, il bilancio assegnato all’Esercito rimane invariato; ma nel contempo gli impegni aumentano.
La mancanza di fondi si riflette in molteplici sfaccettature della vita quotidiana dei militari. Ad esempio, durante queste calde estati, mentre i marinai, gli avieri, i carabinieri, i poliziotti, i penitenziari e i vigili del fuoco possono indossare comodamente magliette polo estive, i soldati dell’Esercito sono privati di tale possibilità in quanto non ci sono i soldi per acquistare degli indumenti più adeguati alla stagione. Questo crea una situazione di disuguaglianza e mancanza di uniformità, poiché l’Esercito impone una politica di o “tutti o nessuno”.
ASPMI chiede al Ministro Crosetto una maggiore attenzione nei confronti del personale
Per queste motivazioni, ASPMI invita il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, a prestare particolare attenzione alle condizioni di lavoro del personale dell’Esercito italiano. A tal proposito, suggeriamo di effettuare un giro per la Capitale, magari nelle ore di rientro dei militari presso le proprie abitazioni – soprattutto in treno, visto che spesso sono costretti al pendolarismo a causa della mancanza di fondi per le infrastrutture – per rendersi conto personalmente delle difficoltà e delle sfide che i militari affrontano quotidianamente.
Ci auguriamo quindi che il Ministro capisca l’importanza di garantire il benessere e l’efficienza delle Forze Armate. L’emendamento discusso potrebbe essere un passo nella giusta direzione, ma è fondamentale non dimenticare la situazione reale dell’Esercito Italiano.
Il Ministro Crosetto ha un’importante responsabilità
I militari svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della sicurezza nazionale, e il loro impegno meriterebbe una maggiore attenzione e sostegno da parte del governo. Il Ministro Crosetto, con la sua esperienza e la responsabilità – è lui l’autore dell’articolo 19 della legge 183 del 2010 sulla specificità militare – ha il potere di influenzare positivamente la situazione. Si spera che agisca nel miglior interesse dei militari e del Paese nel suo complesso, assicurandosi che l’Esercito Italiano riceva la giusta attenzione e le risorse necessarie per svolgere il proprio importante compito. Solo così potremo garantire la sicurezza e la protezione di tutti i cittadini italiani.