L’Associazione Sindacale Professionisti Militari, ASPMI, desidera porre l’attenzione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito sulle condizioni in cui operano i nostri colleghi impiegati nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure”.
Nonostante l’Operazione sia nata nel lontano agosto 2008, a seguito dell’emanazione della Legge n.125 del 24 luglio 2008 prorogata con la Legge n.178 del 30 dicembre 2020 e mai sospesa, non sono mai state eliminate negli anni alcune problematiche afferenti il benessere dei soldati impiegati a garantire maggiore sicurezza al nostro Paese.
ASPMI ha raccolto diverse testimonianze, da parte dei proprio tesserati, riguardanti alcune condizioni che mettono a dura prova i nostri militari e rimarcano le oggettive differenze tra il personale dell’Esercito Italiano e quello delle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare cui viene affiancato.
Non entriamo nel merito delle regole di ingaggio o delle funzioni, non essendo questo competenza delle sigle sindacali a carattere militare, ma possiamo certamente sottolineare, senza uscire dai meandri del comparto Difesa, le condizioni in cui deve operare il personale dell’Esercito.
Iniziamo a parlare degli equipaggiamenti e delle temperature torride, che vengono raggiunte nelle stagioni della primavera e dell’estate, che vedono i nostri soldati affardellati fino ai denti, anche quando il termometro segna oltre i 40°C, mentre chi li “affianca”, sfoggia una uniforme confezionata su misura per la calda estate.
Difficile giustificare, anche agli occhi dell’opinione pubblica, l’evidente differenza con chi opera per lo stesso servizio. I cittadini, forse impietositi nel vedere il sudore coprire i volti dei militari, chiedono la motivazione del perché “siano vestiti” in maniera così pesante e non come il “collega” accanto in pantalone fresco lana e camicia di cotone a mezza manica.
La risposta non può che essere: -Siamo Soldati giovani e forti-.
Sig. Capo di Stato Maggiore, è proprio necessario?
Forse sarebbe il caso di valutare l’opportunità di fornire al personale impiegato un equipaggiamento moderno e funzionale che garantisca una migliore termoregolazione e renda meno stressante la condizione di impiego.
In aggiunta, è doveroso evidenziare le condizioni alloggiative non perfettamente aderenti alla normativa. Vi sono alloggi che superano le quattro unità per camera e spesso il riposo è disturbato dal continuo andirivieni di colleghi che devono operare su turni differenti.
Sarebbero, forse, necessari, oltre agli adeguati standard alloggiativi, anche idonei locali dove poter rifocillarsi al rientro da turni notturni o per fare una colazione in modo adeguato prima di iniziare turni di sette ore di fila, dove l’attenzione deve essere massima e non si può, ovviamente, prendere il “lusso” di sedersi o “abbassare la guardia”.
Sappiamo che siamo Soldati, ma certamente siamo d’accordo che il benessere del personale è quell’investimento che non ha prezzo e che ripaga tutti indistintamente.
Aumentando il benessere si aumenta l’efficacia dello strumento militare.
ASPMI è sicura che questo pensiero troverà accoglimento da parte Sua, perché in questi anni ha sempre attuato una politica che ha messo al centro la persona e il suo benessere.