Straordinari, ASPMI punta alla separazione tra Dirigenti e Contrattualizzati

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La trattativa per il rinnovo del contratto si avvia alla conclusione, e ASPMI si prepara a chiudere con un risultato che potrebbe essere definito storico. Dopo mesi di intenso lavoro, abbiamo messo sul tavolo temi cruciali per garantire ai militari dell’Esercito equità e rispetto, due principi che, come Associazione, consideriamo irrinunciabili.

Un primo importante successo lo abbiamo già ottenuto: lo stanziamento di 20 milioni di euro per pagare gli straordinari resi dal personale delle Forze Armate, un risultato che arriva grazie alla nostra ferma azione: siamo stata l’unica tra le Associazioni dell’Esercito Italiano ad aver avuto l’intraprendenza di scrivere al Governo per chiedere il rispetto dovuto alle Forze Armate. Questo intervento è stato determinante per superare l’ingiustizia iniziale, che riservava le risorse aggiuntive per gli straordinari solo a Forze di Polizia e Vigili del Fuoco.

Ma non ci fermiamo qui. La nostra battaglia punta a garantire che tutti i militari abbiano pari opportunità di svolgere straordinari adeguatamente retribuiti, senza l’abuso del riposo compensativo. Su questo punto, la dichiarazione di Francesco Gentile durante le trattative ha risuonato come un manifesto di questa contrattazione: Il mutuo non si paga con le ferie. Una frase che riassume l’esigenza concreta di riconoscere il giusto valore al lavoro straordinario.

Per raggiungere questo obiettivo, riteniamo essenziale dividere il Fondo per gli straordinari in due sezioni separate: una destinata ai Dirigenti e l’altra ai Contrattualizzati. Questa distinzione, che non dovrà svantaggiare nessuno, non è solo una questione tecnica, ma un atto di buonsenso per garantire trasparenza e equità nell’assegnazione delle risorse. Lo abbiamo chiesto con forza al tavolo delle trattative e continueremo a insistere affinché questa proposta venga accolta senza necessità di chiedere ulteriori incontri a Presidente del Consiglio e Ministri vari.

La separazione del fondo  ricompatterà la Forza Armata come è stato anni addietro.

Anzi, se proprio dovessimo chiedere qualcosa ai Tecnici del Tesoro, vorremo farci dire la vera motivazione che ha portato all’unificazione del fondo dopo aver distrutto il trattamento economico dei militari negli anni ‘90 (ma questa è un’altra storia).

La nostra determinazione è chiara: continueremo a lottare fino all’ultimo giorno utile, con la convinzione che questa separazione sia non solo opportuna, ma necessaria per valorizzare il lavoro di tutti i militari. Con la conclusione delle trattative prevista entro fine anno, siamo pronti a ottenere un risultato che riteniamo porterà benefici concreti e duraturi a tutto il personale dell’Esercito Italiano.