Come ASPMI riteniamo sia arrivato il momento per il Governo Meloni di intervenire sulla questione delle tempistiche di pagamento del trattamento di fine servizio.
Nel mese di giugno scorso, la Corte Costituzionale ha emesso un chiaro pronunciamento in merito ai tempi di pagamento del trattamento di fine rapporto e fine servizio per i dipendenti pubblici, evidenziando una violazione del principio della giusta retribuzione sancito dall’articolo 36 della Costituzione.
Secondo quanto spiegato dalla Consulta, infatti, la soddisfazione di tale principio non deve limitarsi all’importo della retribuzione ma deve includere anche la tempestività del pagamento della stessa nonché di qualsiasi altro emolumento a essa collegato.
Tempistiche di pagamento del TFS, serve un cambio immediato
Attualmente questo aspetto penalizza notevolmente e ingiustificatamente i dipendenti pubblici, che devono urgentemente godere di tempi più consoni per la percezione delle somme maturate a titolo di trattamento di fine servizio.
È ora responsabilità del Governo o del Parlamento adottare tempestivamente correzioni per garantire che il personale riceva nelle tempistiche adeguate le somme a cui ha diritto. Attualmente, per percepire l’intero importo del trattamento di fine servizio spettante, si rischia di dover attendere dai 2 ai 3 anni, una disparità considerevole rispetto al settore privato dove in media il pagamento avviene entro 45 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Basterebbe ciò per sfatare l’errata credenza popolare secondo cui i dipendenti pubblici godono di maggiori agevolazioni rispetto a quelli del settore privato. Tale distorsione emerge soprattutto nel caso dell’Esercito Italiano, attualmente neppure retribuito in modo adeguato alle mansioni svolte (per questo ci aspettiamo un netto miglioramento con la prossima Legge di Bilancio).
Il disegno di legge è solo un primo passo
Per quanto concerne il pagamento del TFS, confidiamo in una decisione rapida, già entro l’anno in corso, in linea con le indicazioni della Corte Costituzionale. Quest’ultima ha consentito al Governo di intervenire gradualmente, senza impattare significativamente i vincoli di bilancio, ma ha comunque richiesto un’azione tempestiva per ridurre le severe tempistiche di liquidazione nel pubblico impiego.
Recentemente, in Parlamento è stato presentato un disegno di legge, promosso dal deputato M5s Antonio Colucci, che propone di ridurre da 12 a 3 mesi il tempo per il pagamento della prima rata del TFS al personale che cessa servizio per raggiungimento del limite ordinamentale per l’accesso alla pensione.
Sebbene questa proposta non soddisfi completamente le aspettative, ricordiamo infatti che l’obiettivo finale è garantire una parità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati, rappresenta comunque un primo passo significativo.
È interessante notare che questa iniziativa proviene dall’opposizione. Pertanto, sorge la domanda su quale sia l’approccio del Governo Meloni in merito a questa questione. Ci auguriamo che il Presidente del Consiglio sia consapevole che non è più possibile procrastinare, considerando la sentenza della Corte Costituzionale che non ammette interpretazioni.
In qualità di ASPMI, inizieremo fin da subito a monitorare l’iter legislativo di questa e di eventuali altre proposte di legge. Ci attendiamo progressi entro la fine dell’anno; in caso contrario, il Governo dovrà fornire spiegazioni su come una sentenza della Consulta non sia stata sufficiente a porre fine a un sistema di pagamento che non rispetta i principi fondamentali di uno Stato di diritto.