Nell’ambito della procedura per l’assegnazione dei neo graduati (appartenenti alla 1ª e 2ª immissione 2021), lo Stato Maggiore dell’Esercito ha chiesto – al fine di tutelare la genitorialità – al personale interessato di far pervenire all’Ufficio Impiego Graduati e Militari di truppa del DIPE un elenco degli eventuali motivi ostativi a un possibile reimpiego presso altra sede.
Un’iniziativa che noi di ASPMI accogliamo con soddisfazione, confidando però che possa preannunciare una maggiore chiarezza nell’ambito delle procedure di trasferimento del personale, visto che ancora oggi non sono note le linee guida di cui si tiene conto per valutare chi ha la precedenza rispetto a un’assegnazione.
Perché non vi è ancora chiarezza e trasparenza nei trasferimenti?
Questa mancanza di chiarezza ha fatto sì che in più di una circostanza ci fossero Militari di Serie A e Militari di Serie B, con quest’ultimi che nonostante certificate ragioni ostative al trasferimento si sono visti assegnare a molti chilometri di distanza da casa dovendosi così allontanare da coniuge e figli.
Adesso si chiede direttamente al personale di indicare eventuali motivi ostativi, proprio al fine di tutelare la genitorialità. Ma a tal proposito ci chiediamo: in che modo lo Stato Maggiore dell’Esercito classificherà le ragioni del personale? Come verrà deciso che una ragione ostativa merita di essere presa in considerazione più di altre? Senza dimenticare poi i recenti trasferimenti: sono in programma iniziative per tutelare la genitorialità anche per chi ha già ottenuto l’assegnazione? Pensiamo ad esempio a un provvedimento che ha visto assegnare personale di origini pugliesi a una sede in Sicilia e a un paritetico siciliano che invece è stato mandato in Puglia, militari che meritano le stesse tutele di chi invece attende ancora il trasferimento.
Se non ci sarà chiarezza verranno ripetuti gli errori del passato e non ce lo possiamo assolutamente permettere specialmente alla luce del nuovo modello Difesa che si vuole attuare.
Tutela del personale tra le cinque linee programmatiche dell’Esercito
A tal proposito, ricordiamo che tra le cinque linee programmatiche dell’Esercito, illustrate dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito alle commissioni Difesa di Camera e Senato nell’audizione del 20 settembre 2018 c’è anche la tutela del benessere del personale, considerato “asse portante e vero cardine dell’intera Istituzione verso cui si indirizzano iniziative volte a bilanciare gli impegni di carattere istituzionale con le esigenze del singolo e delle loro famiglie”.
Ed è proprio per garantire il benessere dei suoi militari che nelle linee programmatiche si legge che l’Esercito “persegue da sempre una politica che coniuga meritocrazia e trasparenza con la tutela dei rapporti familiari e della salute”.
“Meritocrazia” e “trasparenza” sono quindi due principi cardine; elementi che tuttavia in determinate circostanze vengono ancora trascurati.
Ed è per questo motivo che ribadiamo la necessità di avere dallo Stato Maggiore dell’Esercito maggiore chiarezza sulle linee guida utilizzate nelle operazioni di assegnazione e trasferimento, così che la tutela della genitorialità e le garanzie di meritocrazia e trasparenza non restino solamente su carta ma vengano effettivamente attuate al fine di assicurare il benessere di tutto il personale, senza distinzioni.